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  Messico
 

Messico (1867 - )
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Messico
Messico – Bandiera Messico - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Messico - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Stati Uniti del Messico
Nome ufficiale Estados Unidos Mexicanos
Lingue ufficiali Spagnolo e altre 68 lingue nativo
Capitale Città del Messico  (8.851.080 ab. / 2010)
Politica
Forma di governo Repubblica presidenziale federale
Presidente Enrique Peña Nieto[1]
Indipendenza dichiarazione: 15 settembre 1810; consumazione 27 settembre 1821; celebrazione 15 e 16 settembre 1810 (dalla Spagna)
Ingresso nell'ONU 21 novembre 1945¹
Superficie
Totale 1 972 550 km² (14º)
 % delle acque 2,5 %
Popolazione
Totale 117.409.830 ab. (2013) (11º)
Densità 57 ab./km²
Tasso di crescita 1,086% (2012)[2]
Nome degli abitanti Messicani
Geografia
Continente America del Nord
Confini Stati Uniti d'America, Belize e Guatemala
Fuso orario da UTC-9 a UTC-6
Economia
Valuta Peso messicano
PIL (nominale) 1 177 398[3] milioni di $ (2012) (14º)
PIL pro capite (nominale) 10 059 $ (2012) (67º)
PIL (PPA) 1 798 353 milioni di $ (2012) (11º)
PIL pro capite (PPA) 15 363 $ (2012) (67º)
ISU (2012) 0,775 (alto) (61º)
Fecondità 2,3 (2010)[4]
Varie
Codici ISO 3166 MX, MEX, 484
TLD .mx
Prefisso tel. +52
Sigla autom. MEX
Inno nazionale Himno Nacional Mexicano
Festa nazionale 16 settembre
Messico - Mappa
È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.
Evoluzione storica
Stato precedente Flag of Mexico (1821-1823).svg Primo Impero Messicano
 

Coordinate: 23°19′N 102°22′W / 23.316667°N 102.366667°W23.316667; -102.366667

Il Messico (spagnolo: México; nahuatl: Mēxihco), ufficialmente gli Stati Uniti Messicani (spagnolo: Estados Unidos Mexicanos; nahuatl: Mēxihcatl Tlacetilīlli Tlahtohcāyōtl), è una democrazia rappresentativa composta di 31 Stati federali e un Distretto Federale che occupa la parte meridionale dell'America Settentrionale. Secondo l'attuale costituzione, la sede dei poteri della federazione e capitale dello Stato è Città del Messico, il cui territorio è stato designato come il Distretto Federale.

Il Messico è delimitato a nord dal confine con gli Stati Uniti d'America, a est dal golfo del Messico e dal mare Caraibico, a sud-est da Belize e Guatemala, e a ovest dall'oceano Pacifico. Si estende su di una superficie di 1.972.550 km² (al quattordicesimo posto tra gli stati più estesi del mondo) ed è popolato da 117.409.830 persone,[5] il che lo rende il più popoloso paese di lingua spagnola. Lo spagnolo convive in Messico con molte lingue indigene, ufficialmente riconosciute.

L'insediamento umano in questo territorio risale a più di 30.000 anni fa; da allora si succedettero svariati popoli, sia agricoltori della mesoamerica sia nomadi. Dopo la conquista spagnola, il Messico cominciò la sua lotta per l'indipendenza politica nel 1810. In seguito, per quasi un secolo, il paese è stato coinvolto in una serie di guerre interne e di invasioni straniere che hanno avuto un impatto forte in tutti gli ambiti della vita messicana. Per la maggior parte del XX secolo (principalmente per la prima metà) si assistette a un periodo di forte crescita economica nel contesto di una politica dominata da un unico partito politico.

Per volume di prodotto interno lordo (PIL) nominale, il Messico è considerata la quattordicesima economia mondiale.[3] Tuttavia, la distribuzione della ricchezza è così diseguale che nel paese convivono indici di sviluppo umano che possono variare fra parametri paragonabili a quelli di nazioni sviluppate come la Germania[6] e altri più vicini a quelli del Burundi.[7] Per una buona parte del XX secolo la principale fonte di ricchezza del paese è stato il petrolio, anche se il processo di industrializzazione del paese ha permesso il diversificare dell'economia. Le rimesse dei lavoratori all'estero sono aumentate di anno in anno, rappresentano il 3% del PIL e un'importante fonte di valuta estera per il paese, accanto ai proventi delle esportazioni di petrolio e del turismo.[8][9]

Il Messico è una potenza regionale[10][11] e il solo paese dell'America Latina ad essere membro dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) sin dal 1994.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla sua creazione come Stato federale, il nome ufficiale del paese è Stati Uniti Messicani, anche se nella costituzione del 1824 venivano utilizzate indiscriminatamente le espressioni "Nación Mexicana" e "Stati Uniti del Messico" (Nación Mexicana e Estados Unidos Mexicanos).[12] La costituzione del 1857 ufficializzò l'uso del nome Repubblica Messicana, però nel testo si usava anche l'espressione Stati Uniti Messicani.[13] La costituzione vigente, promulgata nel 1917, stabilisce che il nome ufficiale del Paese sia Stati Uniti Messicani.

La parola Messico deriva da Mēxihco [me:ʃiʔko], nome con il quale gli Aztechi designavano la loro capitale. Ci sono diverse ipotesi circa il significato della parola "Mēxihco”. Un'etimologia proposta suggerisce che potrebbe essere interpretato come "luogo [dove vive] Mēxitli o Mēxtli", un nome della divinità della guerra degli Aztechi.[14] Un'altra corrente individua le parole metztli (luna), xictli (centro) e -co (in, il posto): in questo modo il nome Messico significherebbe Nel centro della Luna o Nel centro del lago della luna. Tuttavia quest'ultima interpretazione è scarsamente riconosciuta.[15]

Alcuni autori (soprattutto in Spagna) preferiscono la variante Méjico al vero e corretto termine México.[16] Entrambe le forme sono ritenute corrette dalla lingua spagnola che, comunque, suggerisce la forma México e l'uso della "x" in tutte le parole da essa derivate.[17] Storicamente, la maggior parte dei Paesi di lingua spagnola usa la "x".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca preispanica e civiltà pre-colombiane[modifica | modifica wikitesto]

Il passato americio del Messico mostra una grande diversità di civiltà. Come il resto d'America, i primi abitanti del paese furono probabilmente dei cacciatori asiatici che attraversarono lo Stretto di Bering al momento delle grandi glaciazioni. Il territorio messicano fu abitato da cacciatori e raccoglitori a partire da circa 30.000 anni fa. L'agricoltura iniziò a svilupparsi nel IX millennio a.C., anche se la coltivazione del mais, la più importante della regione, non iniziò fino al V millennio a.C. Il vasellame, importante segno della nascita di una società sedentaria, fu introdotto attorno al 2500 a.C., che viene accettata come data di inizio della civiltà mesoamericana. Mentre le popolazioni del deserto del nord continuarono a sopravvivere grazie a caccia e raccolta, nella parte meridionale del Messico l'agricoltura permise la transizione dalle società egalitarie del periodo preclassico antico (tra il XXV e il XVI secolo a.C.) - basate sulle differenze di genere, età e parentela - alle società più complesse del periodo preclassico mediano.

Quetzalcoatl, una delle principali divinità della Mesoamerica.
Teotihuacan, costruita tra il 300 e il 150 a.C.
El Castillo nella città di Chichén Itzá (città maya).

Dal XII secolo a.C. fino alla conquista spagnola nel 1492, il Messico fu la patria di civiltà avanzate, quali:

Gli Olmechi (apogeo dal 1200 a.C. al 500 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Olmechi.

La cultura e l'arte olmeca sono ancora poco conosciuti. Sebbene i loro resti siano pochi (testa olmeca di La Venta, si veda in particolare il Museo di Antropologia di Xalapa) si stima che la loro influenza sulla civiltà degli altri paesi sia stata decisiva (l'invenzione della scrittura e del calendario, il culto del giaguaro e il dio della pioggia). Tutte le civiltà della Mesoamerica pertanto fanno riferimento a quella olmeca.

La civiltà di Teotihuacán (100 a.C. al 650 d.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Teotihuacan.

Teotihuacan fu la più grande città-stato pre-colombiana e dominò la civiltà che porta lo stesso nome. Costituisce uno dei siti archeologici più visitati del Messico. Fece sentire la propria influenza dal Nuovo Messico al Costa Rica. Nell'VIII secolo Teotihuacan cominciò a decadere e nella regione sorsero diversi Stati ostili fra loro. Nel X secolo questi Stati avevano esaurito le proprie forze, proprio mentre dal deserto del nord giungevano le prime tribù chichimeche. Nel frattempo, nel nord-est i popoli Oasisamericani crearono una civiltà propria, le cui vestigia più importanti in territorio messicano sono localizzate a Paquimé.

Zapotechi (apogeo dal 200 al 700)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Zapotechi.

Stanziatisi prevalentemente nell'odierno Stato di Oaxaca, si costituirono in città-stato teocratiche. Oggi 400.000 persone parlano ancora lo zapoteco. Uno dei principali siti archeologici è quello di Monte Albán.

I Maya (apogeo dal 200 al 900)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Maya.

Quella Maya fu una delle civiltà più evolute dell'epoca pre-colombiana, caratterizzata dallo sviluppo di importanti centri cerimoniali (il cui simbolo è il tempio a forma di piramide a gradoni). Fondarono la città di Chichén Itzá, una delle più importanti città del Messico pre-ispanico, e Palenque.

I Toltechi (apogeo dal 1000 al 1200)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Toltechi.

I Toltechi inaugurarono l'era dei sacrifici umani, ponendo fine ai riti pacifici. La capitale tolteca fu la città di Tula.

Gli Aztechi (apogeo dal 1200 al 1500)[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Aztechi.

Questo popolo passò nel giro di poco meno di 200 anni dallo status di tribù nomade a quello di impero esteso su un vasto territorio del Messico centrale. La capitale dell'impero azteco fu Tenochtitlán, che divenne l'odierna Città del Messico dopo la sua distruzione nel 1521 ad opera dei conquistadores spagnoli. L'impero crollerà poco dopo, nel 1525.

La conquista[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Conquista dell'impero azteco e colonialismo spagnolo.
Massacro di Cholula.

Nel 1517 gli spagnoli con Francisco Hernández de Córdoba raggiunsero la costa della penisola dello Yucatán provenienti da Cuba. Diego Velázquez de Cuéllar inviò 4 navi comandate dal nipote Juan de Grijalva nel 1518. Una terza spedizione del 1519, guidata da Hernán Cortés, prese terra a Cozumel. Gli spagnoli inizialmente vennero accolti pacificamente dall'imperatore azteco Montezuma poiché in base a segni premonitori e ad antiche leggende gli uomini di Cortes vennero scambiati per emissari di Quetzalcoatl, una delle principali divinità azteche.

Cuitláhuac e Cuauhtémoc furono gli ultimi leader dell'Impero azteco. Il primo venne sconfitto dagli invasori il 30 giugno 1520, e morì poco dopo durante l'epidemia di vaiolo. Cuauhtémoc, abbandonato dalla maggior parte dei suoi alleati, venne catturato e giustiziato dagli spagnoli nel 1521. Nell'autunno del 1521 cadde l'Impero azteco ad opera degli eserciti spagnoli composti principalmente da tlaxcalteca. Dopo due mesi e mezzo di assedio, Tenochtitlán fu espugnata, e nel giro di un anno gli spagnoli presero il controllo dell'intero paese e in seguito procedettero alla sottomissione dei regni indipendenti. Quasi tutti i popoli mesoamericani vennero assoggettati nei cinque anni successivi alla caduta di Tenochtitlan. Tuttavia i gruppi semi-nomadi del nord continuarono la resistenza fino quasi al XX secolo, quando gli yaqui negoziarono l'armistizio con l'esercito messicano.

I soldati spagnoli arrivarono accompagnati dai missionari che procedettero alla conversione degli indigeni al cattolicesimo. Tra i religiosi che giunsero nel paese vi furono Vasco de Quiroga, Motolinía, Martín de Valencia, Bernardino de Sahagún, Diego de Landa, Junipero Serra, Sebastián de Aparicio e Bartolomé de Las Casas.

Vicereame della Nuova Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Vicereame della Nuova Spagna.
La Nuova Spagna.

Dopo la caduta di Tenochtitlán, Hernán Cortés si impossessò del governo del paese proclamandosi comandante generale e iniziando la conquista di un vasto impero coloniale conosciuto con il nome di Nuova Spagna. Il territorio, oltre al Messico arrivò a coprire gran parte del sud degli odierni Stati Uniti, (tra cui California, Arizona, Nuovo Messico e Texas). Vennero fondate alcune delle principali città messicane, quali Città del Messico (sulle rovine di Tenochtitlán), Guadalajara, Puebla e Monterrey, Querétaro.

Dal 1535 l'amministrazione della Nuova Spagna venne affidata ad un viceré. Il primo fu Antonio de Mendoza nominato da Carlo V.

Durante questo periodo, la madrepatria spagnola si arricchì grazie alle attività minerarie (oro e argento) e all'agricoltura (coltivazione di canna da zucchero e caffè). Porte di accesso al commercio del paese furono Veracruz (sul Golfo del Messico) e Acapulco (sull'Oceano Pacifico). Sul piano umano la popolazione indigena si ridusse dell'80% a causa delle epidemie e dei massacri. Si stima che prima dell'arrivo degli europei il Messico centrale possedesse 25 milioni di abitanti. Di questi ne erano rimasti poco più di un milione nel 1650 circa.

I tre secoli di dominazione spagnola (15251821) hanno coinciso con l'istituzione del Messico come nazione latina, ispanica, cattolica e meticcia, così come la conosciamo oggi. L'architettura, la gastronomia, le festività, e la struttura della famiglia sono ancora in gran parte influenzate da questi tre secoli di dominazione spagnola.

Nonostante la diffusa distruzione derivante dalla colonizzazione del Messico, una forma d'arte coloniale si sviluppò dal XVI secolo.

L'indipendenza[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Guerra d'indipendenza del Messico.

Rivolte separatiste scoppiarono contemporaneamente in diverse regioni dell'America Latina, tra cui il Messico. Nel 1809 morì l'eroe indipendentista Melchor de Talamantes. Il 16 settembre 1810, un creolo, il sacerdote Miguel Hidalgo y Costilla (oggi eroe nazionale), partì da quella che è oggi la città di Dolores Hidalgo nello Stato di Guanajuato alla guida di un esercito formato da abitanti del villaggio e da popolazioni indigene contro la dominazione spagnola. Iniziò con successo la conquista della città, che avvenne nel 1811. Il movimento iniziò ad allargarsi. Creoli (coloni bianchi al potere dell'economia locale), meticci e indigeni si allinearono contro i Gachupines (spagnoli nati nelle metropoli alla guida del potere politico). Il primo atto di indipendenza venne firmato il 6 novembre 1813, con il nome di Atto Solenne della Dichiarazione di Indipendenza del Nord America. L'atto di indipendenza del Messico fu finalmente firmato il 28 settembre 1821.

Il 4 ottobre 1824 il Messico si dota di una costituzione, nasce così la repubblica.

Nell'autunno 1835 i coloni americani del Texas (85% della popolazione) si ribellano contro l'autorità del Messico (in seguito a Fort Alamo), proclamando nel marzo 1836 la "Repubblica del Texas". Il Guatemala e l'effimera Repubblica dello Yucatan dichiarano la secessione. Quest'ultima verrà reintegrata dal Messico dopo due tentativi.

Il XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

In seguito all'invasione statunitense e a vendite di ampie porzioni di territorio la superficie del Messico diminuì drasticamente.

Nel dicembre 1861 Spagna, Francia e Regno Unito pretesero il pagamento dei debiti che il Messico aveva nei loro confronti, ed insediarono loro navi davanti al porto di Veracruz, dove imperversava il "vomito nero" (la febbre gialla). Fu permesso loro di scendere a terra per poter portare avanti le trattative.

Nonostante queste, però, nel 1862 il Paese fu invaso da una spedizione voluta da Napoleone III (Spagna e Regno Unito ritirarono invece le loro richieste) che culminò nella conquista del Paese e nella costituzione dell'Impero Messicano dell'arciduca Massimiliano d'Asburgo che venne poi fucilato per ordine del Presidente repubblicano Benito Juárez il 19 giugno 1867 assieme ai generali conservatori Miguel Miramón e Tomás Mejía.

Guerra messicano-statunitense[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Guerra messicano-statunitense.
Evoluzione del territorio messicano.

Il Texas, dichiaratosi indipendente, venne in seguito annesso agli Stati Uniti. Nel 1846 il Messico rivendicò il territorio compreso tra il Rio Grande e il Rio Nueces (fiume situato 300 km a nord del Rio Grande). Scoppiò la guerra tra il Messico e gli Stati Uniti che durò dal 1846 al 1848.

Le truppe degli Stati Uniti invasero e occuparono il paese dal 1847 al 1848. Dopo la battaglia di Chapultepec, 14 settembre 1847, le truppe degli Stati Uniti issarono la bandiera americana sul Palazzo Nazionale: Città del Messico venne occupata.

La guerra si concluse con la firma del Trattato di Guadalupe Hidalgo, con il riconoscimento da parte del Messico del Rio Grande come confine con il Texas. Il Messico inoltre cedette più del 40% del suo territorio agli Stati Uniti d'America, circa 2 000 000 k. Gli Stati della California, Nuovo Messico, Arizona, Nevada, Utah, la maggior parte del Colorado e del Wyoming divennero territori degli Stati Uniti in seguito alla guerra messicano-statunitense.

Nel 1857 venne promulgata la Costituzione, che disciplinò le istituzioni politiche messicane fino al 1917.

La presidenza di Porfirio Díaz: El Porfiriato[modifica | modifica wikitesto]

Eroe della guerra contro i francesi, Porfirio Díaz divenne presidente del Messico nel 1876. La sua presidenza si protrasse fino al 1911, comportando un lungo periodo di stabilità. La sua opera verte verso la pace, il progresso, e l'apertura del paese agli investitori stranieri. Le riforme modernizzano e arricchiscono il paese, ma questo non va a vantaggio di tutti e si acuisce il divario tra ricchi e poveri. La ripartizione dei voti alle elezioni e l'insoddisfazione di alcuni ceti, in particolare della classe media, suscita la Rivoluzione.

Rivoluzione[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Rivoluzione messicana.

Porfirio Díaz, al potere da trent'anni, volle partecipare alle elezioni presidenziali del 1910, al pari di Francisco Madero. Díaz fece imprigionare Madero, per poi rilasciarlo. Díaz vinse le elezioni. Madero raccolse solo poche centinaia di voti in tutto il paese. Molte persone ritennero che vi fossero stati palesi brogli, e si ribellarono. Iniziò la guerra civile messicana, detta anche Rivoluzione messicana.

Durante la rivoluzione messicana Diaz dovette affrontare numerose ribellioni, compresa quella di Pancho Villa a nord ed Emiliano Zapata principalmente nello Stato di Morelos. Nel 1911, dopo la presa di Ciudad Juárez, Diaz, che voleva evitare una guerra civile, scelse di andare in esilio in Francia.

La Rivoluzione degenerò in una lotta di potere tra i rivoluzionari. Il Presidente Francisco Madero (rivoluzionario) venne assassinato da Victoriano Huerta (reazionario) contro il volere dei rivoluzionari Pancho Villa ed Emiliano Zapata. Zapata venne assassinato nel 1919, Carranza nel 1920, e Pancho Villa nel 1923.

La rivoluzione si concluderà ufficialmente nel 1917, data della nuova Costituzione del Messico, ma le violenze si protrassero fino al 1930 (assassinio di Álvaro Obregón nel 1928). Un'altra ondata di violenze seguirono le misure anticlericali adottate dal governo di Plutarco Elías Calles nel 1926: detta la rivolta dei cristeros.

La rivolta dei "cristeros"[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Cristeros.

Il periodo di disordini proseguì anche, fra il 1926 ed il 1929, a causa della rivolta "cristiana". La Costituzione approvata nel 1917 prevedeva una netta separazione tra Stato e Chiesa. Nel 1926, il governo volle dare piena attuazione al dettato costituzionale, giungendo a prevedere la requisizione di molti beni ecclesiastici, la chiusura di molte scuole cattoliche e la soppressione degli ordini religiosi, impedendo di fatto la possibilità di divenire frate o suora, privando dello stato civile e del diritto di voto i religiosi ed arrivando ad arrestare chi avesse fatto battezzare i propri figli o chi avesse espresso l'intenzione di seguire la vita religiosa. In alcune città i dipendenti statali furono costretti a scegliere se rinunciare alla fede o al posto di lavoro.

Il mondo cattolico, dopo iniziali proteste di piazza, raccolte di firme e boicottaggi, diede vita alla Lega Nazionale per la Libertà Religiosa, composto e sostenuto dai soci dell'Azione Cattolica. In un secondo momento, visto il peggioramento delle condizioni dei cattolici e il clima di persecuzioni che si era creato, nacque un ramo favorevole ad azioni belliche, detto "cristero" (da "Viva Cristo Re", motto dei combattenti) che ingaggiò battaglie, soprattutto nel Sud del Messico, con gruppi dell'esercito per ottenere una riforma della costituzione. Il governo represse con forza ogni forma di opposizione, dando vita a pubbliche esecuzioni, anche di esponenti non violenti della Lega, accusati soltanto di professare pubblicamente la fede cattolica.

Molti iscritti all'Azione Cattolica ed alla Lega sono stati beatificati, nel corso della seconda metà del Novecento, dalla Chiesa cattolica, poiché hanno testimoniato la propria fede fino al martirio, senza mai usare la violenza come mezzo di lotta culturale o politica. Nel 1929, impossibilitato a sedare le numerose rivolte ed essendo sul punto di perdere la guerra civile, il governo giunse ad un accordo con la Chiesa cattolica, che prevedeva il rispetto, almeno formale, della libertà religiosa. Alcuni dei "cristeros" più estremisti non condivisero, però, l'accordo, continuando, ancora per un decennio, ad opporsi alle scelte governative. Il governo, d'altra parte, non rispettò mai gli accordi e, cessate le ostilità, arrestò e fucilò tutti gli ex combattenti che riuscì a trovare. Le leggi anticlericali approvate da Calles rimasero comunque in vigore, nonostante la guerra civile e gli accordi.

Il Messico moderno[modifica | modifica wikitesto]

Alla morte di Álvaro Obregón, Calles divenne il Jefe maximo de la Revolución. Nel marzo 1929 fondò il Partido Nacional Revolucionario, al fine di controllare i vari politici e ponendo se stesso a capo del partito. Al fine di evitare conflitti tra i generali nominò Presidente della Repubblica un civile Emilio Portes Gil per il periodo dal 1928 al 1930. Calles dovette lottare contro una cospirazione militare guidato da José Gonzalo Escobar. Gli anni trenta furono segnati dalla presidenza di Lázaro Cárdenas del Río dal 1934 al 1940, che si propose di rendere il Messico un paese socialista su imitazione dell'URSS. Il Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI) prese il potere nel 1946 e governò il paese senza interruzione fino al 2000, quando ci fu la vittoria di Vicente Fox, candidato del Partito Azione Nazionale (PAN) (conservatore cristiano-democratico).

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Confine tra il Messico e gli Stati Uniti d'America.
Carta topografica del Messico.

Secondo alcuni geografi il territorio messicano fa geofisicamente parte del Centro America o America Centrale, grazie all'Istmo di Tehuantepec; ma geopoliticamente è considerato parte dell'America del Nord, insieme con il Canada e gli Stati Uniti. La sua superficie è di 1 964 375 k, con una superficie continentale di 1 959 248 km² e una insulare di 5 127 km². Il Messico occupa il 13º posto tra paesi più estesi del mondo.

Ha un'estensione delle coste pari a 11 122 km e occupa il secondo posto in America dopo il Canada per chilometri di costa.

Il territorio è in gran parte montuoso; fanno eccezione la penisola dello Yucatan e le coste sul Golfo del Messico. Diversi rilievi superano i 4 000 m o addirittura i 5 000 m; la cima più alta è quella del Citlaltépletl (Pico de Orizaba) (5 700 m), che fa parte della Fascia Vulcanica Trasversale. Le principali catene montuose sono la Sierra Madre Occidentale e la Sierra Madre Orientale, tra le quali si estende l'altopiano Centrale del Messico (in cui sorge Città del Messico).

Fra i numerosi fiumi del Paese il più importante è il Río Bravo, che traccia il confine con gli Stati Uniti e sbocca nel Golfo del Messico.

Divise tra oceano Atlantico e oceano Pacifico si trovano numerose isole le quali tutte assieme arrivano ad una superficie di 5 073 k, le principali sono: le Revillagigedo (Socorro, Clarión, San Benedicto, Roca Partida), e le isole Marías, nel Pacifico; le isole Guadalupe, Cedros, Ángel de la Guarda, Coronado, Rocas Alijos, Isola di Tiburón, Isla del Carmen, di fronte alla penisola della Bassa California e le coste di Sonora; e quelle di Ciudad del Carmen, Cozumel, Isla Mujeres..

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

Il vulcano Citlaltépetl con i suoi 5 610 m sul livello del mare.
Il vulcano Popocatépetl con i suoi 5 452 m sul livello del mare.
Il Parícutin nel 1994.

La morfologia dello Stato messicano presenta paesaggi accidentati e una moltitudine di vulcani. Il territorio è solcato dalla Sierra Madre Orientale e dalla Sierra Madre Occidentale, che sono il prolungamento delle Montagne Rocciose. La Sierra Madre Occidentale termina nel Nayarit, alla confluenza con la Fascia Vulcanica Trasversale. Da qui, parallelamente alla costa dell'Oceano Pacifico, corre la Sierra Madre del Sud.

La prolungazione a sud-est della Sierra Madre Orientale è nota come Sierra Madre de Oaxaca o de Juárez che, con la Sierra Madre del Sud si conclude nell'Istmo di Tehuantepec. A est di questa regione si trova l'altopiano centrale del Chiapas e la Sierra Madre de Chiapas, che ha il suo culmine nel vulcano Tacaná a 4 117 m sul livello del mare.

Formazioni geografiche tra le più caratteristiche del territorio messicano sono la penisola di Bassa California, nel nord-ovest, e la penisola dello Yucatán a sud-est. La prima è percorsa da nord a sud da una catena montuosa che prende il nome di Sierra de Baja California, Sierra de San Francisco o de la Giganta. Il suo punto più alto è il vulcano di Tres Vírgenes. La penisola dello Yucatán, al contrario, è una piattaforma di calcare quasi completamente pianeggiante.

Situato all'interno dell'arco compreso tra la Sierra Madre Orientale, l'Occidental e la Fascia Vulcanica Trasversale si trova l'altopiano centrale del Messico, idealmente diviso in due parti dalle piccole colline di Zacatecas e San Luís. La parte settentrionale è più arida e posta ad un livello altimetrico inferiore rispetto a quella meridionale. Si trova il deserto di Chihuahua e il semideserto di Zacatecas. A sud delle colline si trova una fertile regione del Bajío con numerose valli fresche o temperate, come la Meseta Tarasca, la valle di Toluca, e la Poblano-Tlaxcalteca. Nella metà meridionale di questo altipiano si concentra la più alta concentrazione della popolazione messicana.

Tra la Fascia Vulcanica Trasversale e la Sierra Madre del Sur è situata la Depresión del Balsas e la Tierra Caliente de Michoacán, Jalisco e Guerrero. A Est, attraversando la Sierra Mixteca si trovano le Valli centrali di Oaxaca, circondate da montagne impervie che rendono difficile sia l'accesso che le comunicazioni.

Vulcani attivi[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Vulcani del Messico.
I maggiori vulcani del Messico.

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Cañón del Sumidero del fiume Grijalva nel Chiapas.

I fiumi messicani possono essere raggruppati in tre bacini idrografici. Il bacino che versa nell'oceano Pacifico, il bacino del Golfo del Messico e un bacino interno. Il più lungo fiume messicano è il Rio Bravo/Grande, che getta le sue acque nel Golfo del Messico. Scorre per una lunghezza di 3 034 km, e segna la frontiera con gli Stati Uniti d'America per buona parte del suo corso. Altri fiumi che si gettano nel Golfo sono l'Usumacinta, che segna parte della frontiera con il Guatemala, il Grijalva e il Pánuco, il cui bacino appartiene alla Valle del Messico.

Nel versante Pacifico si trova il fiume Lerma che getta le sue acque nel lago di Chapala, dal quale fuoriesce il fiume Rio Grande de Santiago. Altri grandi fiumi sono il Balsas, di vitale importanza per le città degli altopiani del Messico, il Sonora, Fuerte, Mayo e Yaqui, che sostengono la prospera agricoltura nel nord-ovest del paese, e il fiume Colorado, condiviso con Stati Uniti.

I fiumi interni, vale a dire quelli che non scorrono verso il mare, presentano spesso basse portate. Il principale è il fiume Casas Grandes che scorre tra gli Stati di Chihuahua, Nazas e Durango. La maggior parte dei fiumi in Messico presenta basse portate, e quasi nessuno è navigabile.

In Messico sono presenti numerosi laghi e lagune, anche se spesso di dimensioni modeste. Il più grande corpo d'acqua interno è il lago di Chapala nello Stato di Jalisco, anche se a causa dello sfruttamento intensivo è a rischio di estinzione. Altri laghi principali comprendono il Lago Patzcuaro, il Lago Zirahuén e il Lago Cuitzeo, tutti all'interno del Michoacán. In aggiunta, la costruzione di dighe ha portato alla formazione di laghi artificiali, come il Lago de Mil Islas in Oaxaca.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il Messico è un paese con una gran diversità climatica. La posizione geografica del paese lo colloca in due zone ben distinte separate dal Tropico del Cancro. Questo parallelo potrebbe separare idealmente il paese in una regione tropicale e una regione temperata. Tuttavia, la topografia e la presenza degli oceani hanno una grande influenza nella formazione della mappa climatica messicana.

Deserto arido in Bassa California.
Foresta tropicale in Chiapas.
Boschi montani nello stato di Messico.
Altipiano centrale nello stato di Hidalgo.
Altipiano in San Luis Potosí.
Territorio insulare in Quintana Roo.

In questo modo, in Messico, si possono trovare i climi freddi delle cime montane a poche centinaia di chilometri dai climi più caldi della piana costiera. I climi più estremi sono quello dello Stato di Chihuahua, dove si registrano temperature tra le più basse del paese che possono toccare i −20 °C, e quello del deserto di Sonora, dove talvolta si superano i 45 °C. Si presenta poi una regione dal clima caldo e piovoso lungo le pianure costiere del Golfo del Messico e del Pacifico. Questa regione presenta temperature comprese tra 15,6 °C e 40 °C. Un'altra regione dal clima caldo è quella compresa tra i 614 e gli 830 m sul livello del mare, dove le temperature variano tra 16,7 °C della media di gennaio e 21,1 °C di luglio. La regione fredda è quella compresa tra i 1 830 m sul livello del mare ed i 2 745 m.

Un clima temperato semi-umido presenta temperature che variano tra i 10 ed i 20 °C, con precipitazioni non superiori ai 1 000 mm all'anno. Ad un'altitudine superiore ai 1 500 m, la presenza di questo ambiente dipende dalla latitudine della regione. In aree con tali condizioni meteorologiche, le gelate sono una costante che si verifica ogni anno.

Un secondo tipo di clima è quello caldo-umido e caldo semi-umido. In aree con questo clima, piove durante l'estate o per tutto l'anno. La pioggia raggiungono i 1 500 mm annui con temperature medie tra i 24 ed i 26 °C. Le aree con questo clima si trovano prevalentemente lungo la piana costiera del Golfo del Messico, dell'oceano Pacifico, dell'Istmo di Tehuantepec, nel nord del Chiapas e nella penisola dello Yucatán.

Il clima tropicale secco presenta varietà rispetto ai climi elencati in precedenza. Si localizza lungo le pendici della Sierra Madre Occidentale e Orientale, nei bacini superiori dei fiumi Balsas e Papaloapan, così come in alcune regioni dell'Istmo di Tehuantepec, della penisola dello Yucatán e dello Stato del Chiapas. Il clima tropicale secco è, quindi, quello che si presenta sulla regione più vasta tra i climi estremi caldi del Messico.

Le zone temperate sono quelle regioni in cui la pioggia annuali sono inferiori ai 350 mm. La temperatura media annuale varia tra i 15 ed i 25 °C, e il tasso delle precipitazioni è altamente variabile. La maggior parte del territorio messicano che si trova a nord del Tropico del Cancro presenta queste caratteristiche.

La stagione umida va da maggio a ottobre. In media piove 70 giorni all'anno. Il tono dominante, tuttavia, è la mancanza di precipitazioni in più parti del territorio, un dato di fatto connesso alle presenza di alte montagne che ostacolano l'avanzata delle nuvole cariche di pioggia e che fanno da cornice all'altopiano messicano. Nella zona temperate degli altopiani la media è 635 mm di pioggia all'anno. Nelle regioni più fredde, ad alta quota, si registrano tassi di 460 mm. Nell'area semidesertica a nord dell'altopiano messicano si registrano appena 254 mm di pioggia all'anno. In contrasto con l'aridità di questa regione (in cui si concentra l'80% della popolazione messicana), in alcune aree del paese si registrano quasi 1 000 mm di precipitazioni all'anno, con punte di 3 000 mm.

La temperatura media del paese è di circa 19 °C.

Popolazione[modifica | modifica wikitesto]

Demografia[modifica | modifica wikitesto]

Con una popolazione di 117.409.830 di abitanti il Messico è una delle Nazioni più popolate del mondo ed è, subito dopo il Brasile, il Paese più popolato dell'America Latina. Il 60% della popolazione è costituita da meticci, di discendenza mista europea (soprattutto spagnola) ed indigena. Gli Amerindi, appartenenti a varie Nazioni indigene (come i maya), rappresentano il 20% dei Messicani.

Il 19% degli abitanti è invece di origine europea. Si tratta soprattutto di persone di origine spagnola, anche se vi sono italiani, francesi, tedeschi, polacchi, russi ed inglesi. Circa 4 000 italiani vennero nella seconda metà dell'Ottocento e crearono alcune colonie di italo-messicani ancora esistenti (come Chipilo, vicino Puebla). Il restante 1% della popolazione è composta da ebrei, arabi, turchi, cinesi e giapponesi.

Il Messico è lo Stato che ospita il maggior numero di statunitensi che vivono al di fuori degli U.S.A. Ciò è dovuto in primo luogo ai legami economici, sempre più importanti, fra i due Paesi a seguito agli accordi di libero commercio firmati con Stati Uniti e Canada (NAFTA, operativo dal gennaio 1994). Inoltre, gli statunitensi considerano il Messico un'ottima meta di ritiro dalla vita frenetica: questo vale in particolare per San Miguel e per altre località della Baja California.
In Messico coesistono 56 differenti etnie indigene, le quali affondano le loro radici nella storia precedente al colonialismo. Dallo Stato di Sinaloa al Chiapas vivono 10 milioni di indios. Il Messico è il Paese dell'America latina con la più bassa presenza di popolazione di origine italiana.

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Religioni in Messico¹
Religioni Credenti
Cattolica 74 612 373
Protestanti e Evangelici

Storiche
Pentecostalismo
La Luce del Mondo
Altre

4 408 159

599 875
1 373 383
69 254
2 365 647

Bibliche non Evangeliche

Avventisti
Mormoni
Testimoni di Geova

1 751 910

488 945
205 229
772 628

Ebraismo 45 260
Non religiosi 2 982 929
Non Specificata 732 630
¹Si calcola solo la popolazione maggiore di 5 anni,
nell'anno 2000 arrivava a 84 794 454
Fonte: INEGI (2000)

La religione predominante è la cattolica (83,9%), seguono protestanti (7,6%), religioni altre (2,5%) e atei (4,6%). Alcuni amerindi, pur dichiarandosi cattolici, praticano in realtà una religione sincretista, che mescola il cristianesimo e alcuni elementi degli antichi culti aztechi e maya. I Mormoni si stanno diffondendo in modo significativo nelle principali città presso il confine nord-orientale. L'ebraismo è presente da molti secoli in Messico e attualmente vi sono circa 100 000 ebrei nel paese.

Lingue[modifica | modifica wikitesto]

In Messico, a livello costituzionale, de jure non esiste una lingua che venga designata come lingua ufficiale.[18] Tuttavia la Ley General de los Derechos Lingüísticos riconosce lo status di lingua nazionale allo spagnolo e alle lingue indigene native del territorio, così come a quelle di altri popoli indios che si sono stabiliti nel loro territorio. Lo spagnolo è la lingua dominante nelle attività ufficiali, anche se vi è un intento di farne la lingua ufficiale del paese. Lo spagnolo è parlato da quasi la totalità dei messicani.

Circa il 7% della popolazione parla una lingua amerindia. Il Governo riconosce 62 lingue amerindie, tra le quali le più parlate sono il Nahuatl ed il Maya (entrambe con 1,5 milioni di parlanti). Altre, come il Lacadon, sono usate da meno di 100 persone. Il governo ha promosso programmi educativi bilingue (in Spagnolo e in una lingua locale) presso le comunità indigene rurali.

L'Inglese è molto conosciuto nelle grandi città, presso il confine statunitense e nelle località balneari. L'inglese sta diventando popolare soprattutto fra i giovani, mentre le più prestigiose scuole private offrono un'educazione bilingue.

Da segnalare è inoltre la comunità di Chipilo nello Stato di Puebla, documentata da vari linguisti (tra cui Carolyn McKay). La città, infatti, venne fondata nel 1882 da immigrati provenienti dal Veneto. Mentre tutti gli altri Europei di origine non spagnola hanno finito col perdere la loro lingua originaria, gli Italo-messicani abitanti di Chipilo (e di alcune zone vicine) conservano straordinariamente inalterata la lingua veneta parlata dai loro nonni, rappresentando perciò una minoranza linguistica non riconosciuta ufficialmente.

Ordinamento dello Stato[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il Messico è diviso in 31 stati (estados) e un distretto federale (Distretto Federale Messicano). Ogni stato ha una costituzione propria e un governatore eletto direttamente.

Divisione politica del Messico
México División Política con nombres.png
Stato Popolazione (2010) Superficie (km²) Capitale
Stati Uniti Messicani 103 088 000 1 959 248 Messico D.F.
1. Aguascalientes 1.184.996 5 625 Aguascalientes
2. Bassa California 3.155.070 71 546 Mexicali
3. Bassa California del Sud 637.026 73 943 La Paz
4. Campeche 822.441 57 727 Campeche
5. Chiapas 4.796.580 73 681 Tuxtla Gutiérrez
6. Chihuahua 3.406.465 247 487 Chihuahua
7. Coahuila 3.055.395 151 571 Saltillo
8. Colima 650.555 5 627 Colima
9. Durango 1.632.934 123 367 Victoria de Durango
10. Guanajuato 5.486.372 30 621 Guanajuato
11. Guerrero 3 388 768 63 794 Chilpancingo de los Bravo
12. Hidalgo 2.665.018 20 856 Pachuca de Soto
13. Jalisco 7.350.682 78 630 Guadalajara
14. Messico 15.175.862 22 333 Toluca de Lerdo
15. Michoacán 4.351.037 58 667 Morelia
16. Morelos 1.777.227 4 892 Cuernavaca
17. Nayarit 1.084.979 27 862 Tepic
18. Nuevo León 4.653.458 64 203 Monterrey
19. Oaxaca 3.801.962 93 343 Oaxaca de Juárez
20. Puebla 5.779.829 34 251 Puebla
21. Querétaro 1.827.937 11 658 Santiago de Querétaro
22. Quintana Roo 1.325.578 42 535 Chetumal
23. San Luis Potosí 2.585.518 61 165 San Luis Potosí
24. Sinaloa 2.767.761 57 331 Culiacán Rosales
25. Sonora 2.662.480 184 946 Hermosillo
26. Tabasco 2.238.603 24 747 Villahermosa
27. Tamaulipas 3.268.554 80 148 Ciudad Victoria
28. Tlaxcala 1.169.936 3 997 Tlaxcala de Xicohténcatl
29. Veracruz 7.643.194 71 856 Xalapa de Enríquez
30. Yucatán 1.955.577 39 671 Mérida
31. Zacatecas 1.490.668 75 416 Zacatecas
32. Distretto Federale D.F 8.851.080 1 479 Città del Messico

Città principali[modifica | modifica wikitesto]


Ciudad de México
Città del Messico
Guadalajara
Guadalajara
Monterrey
Monterrey

Num. Ciudad Estado Pob. Num. Ciudad Estado Pob.

Puebla
Puebla
Toluca
Toluca
Tijuana
Tijuana

1 Città del Messico DF, Méx, Hgo 20 137 152 13 Mexicali BCN 936 145
2 Guadalajara Jal 4 434 252 14 Aguascalientes Ags 932 298
3 Monterrey NL 4 080 329 15 Cuernavaca Mor 875 598
4 Puebla Pue, Tlax 2 668 347 16 Acapulco Gro 863 438
5 Toluca Méx 1 846 602 17 Tampico Tamps, Ver 858 620
6 Tijuana BCN 1 751 302 18 Chihuahua Chih 851 971
7 León Gto 1 609 717 19 Saltillo Coah 823 098
8 Juárez Chih 1 328 017 20 Morelia Mich 806 822
9 Torreón Coah, Dgo 1 215 993 21 Veracruz Ver 801 122
10 Querétaro Qro 1 097 028 22 Villahermosa Tab 755 416
11 San Luis Potosí SLP 1 040 822 23 Reynosa Tamps 725 793
12 Mérida Yuc 970 495 24 Tuxtla Gutiérrez Chs 684 156
Fuente:[19]


Politica[modifica | modifica wikitesto]

Secondo la Costituzione Politica del Messico il paese è una Repubblica presidenziale, rappresentativa e federale integrata da 31 stati liberi e sovrani e un distretto federale (la capitale), sede dei poteri della federazione.

Il Presidente svolge i compiti di capo di stato e di governo allo stesso tempo e ha la facoltà di nominare i titolari delle segreterie di stato, e che fanno parte dunque del gabinetto presidenziale.

Il suo mandato dura sei anni e non esiste la possibilità di una rielezione neanche come vicepresidente.

Nel caso in cui un presidente della Repubblica si trovasse in condizione di non poter terminare il proprio mandato, la presidenza ricadrebbe ad interim nelle mani di una persona eletta dal Congresso. Dal 2006 al 2012 il presidente del Messico è stato Felipe Calderón Hinojosa (PAN).

In occasione di queste ultime elezioni, la coalizione del candidato presidenziale Andrés Manuel López Obrador (PRD), giunto secondo di misura (terzo fu Roberto Madrazo del PRI) denunciò pesanti brogli a favore del candidato del PAN Felipe Calderón.

Il nuovo presidente eletto nel 2012 è Enrique Peña Nieto, candidato del Partito Rivoluzionario Istituzionale (PRI).

Principali partiti nelle elezioni del 2 luglio 2006:

Il 2 luglio 2000 fu eletto Presidente Vicente Fox (PAN), che sconfisse Francisco Labastida (PRI), mentre terzo giunse Cuauhtémoc Cárdenas (PRD).

Il 21 agosto 1994 fu eletto Presidente Ernesto Zedillo (PRI), che sconfisse nettamente Diego Fernández de Cevallos (PAN) e Cuauhtémoc Cárdenas (PRD).

Il 6 luglio 1988 fu eletto Presidente Carlos Salinas (PRI), che sconfisse nettamente Cuauhtémoc Cárdenas (PRD) e Manuel Clouthier (PAN).

Il parlamento è eletto ogni tre anni, quando occorre simultaneamente al Presidente.

Il Messico fa parte dell'OEA e dell'APEC.

Distretti Elettorali Federali del Messico[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Distretti Elettorali Federali del Messico.

I Distretti Elettorali Federali del Messico sono le 300 unità nelle quali si divide il territorio messicano e in ognuna delle quali viene eletto un deputato federale, membro della Camera dei deputati del Messico.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Il Messico ha un'economia di libero mercato, e fa parte dei paesi con un reddito medio-alto. È all'11º posto fra le più grandi economie del pianeta in termini di prodotto interno lordo misurato a parità di potere d'acquisto.[3]

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, il Messico nel 2012 possedeva il secondo reddito pro capite più elevato fra i paesi dell'America Latina in termini nominali a 10 059 $, e il più alto in termini di parità di potere d'acquisto, a 15 363 $.[3] Dopo la crisi economica del 1994, il Messico ha intrapreso una notevole fase di recupero, modernizzando e diversificando la propria economia. Le recenti amministrazioni hanno anche permesso un miglioramento delle infrastrutture e l'apertura alla concorrenza in settori quali quello portuale, ferroviario, delle telecomunicazioni, dell'energia elettrica, della distribuzione di gas naturale e degli aeroporti. La più grande fonte di reddito messicano è il petrolio.[20] Secondo la Goldman Sachs, nel 2050 le cinque più grandi economie del pianeta saranno quella di Cina, Stati Uniti, India, Brasile e Messico.[21] Il Messico è il secondo produttore di autovetture del Nord America, dopo gli Stati Uniti.[22]

Mappa dell'Indice di sviluppo umano (HDI) negli Stati del Messico (2004).

██  0,80 e più

██  0,75–0,799

██  0,70–0,749

Secondo il direttore per il Messico presso la Banca Mondiale, la popolazione in condizioni di povertà è diminuita dal 24,2% al 17,6% tra il 2000 e il 2004, passando dal 42% al 27,9% nelle zone rurali nello stesso periodo.[23] Tuttavia la disparità di reddito rimane un problema, ed enormi divari restano non solo tra ricchi e poveri, ma anche tra il nord e il sud del paese, e tra zone urbane e rurali; sono in esecuzione misure di contrasto alla povertà, ad esempio con il programma Probecat riservato ai disoccupati. I netti contrasti in termini di reddito e di sviluppo umano sono altresì un grave problema messicano. Nel 2004 l'indice di sviluppo umano adottato delle Nazioni Unite registrato nel Benito Juárez, un distretto di Città del Messico, e San Pedro Garza Garcia, nello Stato di Nuevo León, riportava un livello simile a quello registrato in Germania e Nuova Zelanda in termini di sviluppo economico, educativo e di aspettativa di vita. Al contrario, Metlatonoc, nello Stato di Guerrero presentava un HDI simile a quello della Siria.[24]

La crescita media annua del PIL per il periodo 1995-2002 è stato del 5,1%. L'inflazione ha raggiunto il livello più basso attestandosi al 3,3% nel 2005, e i tassi di interesse bassi hanno spinto il credito al consumo nella classe media. Il Messico ha sperimentato all'inizio del XXI secolo un periodo di stabilità monetaria: il deficit di bilancio è stato ulteriormente ridotto e il debito estero si è attestato a meno del 20% del PIL.

Le rimesse da cittadini messicani che lavorano negli Stati Uniti hanno raggiunto i 20 miliardi di dollari nel 2004 ed è la settima più grande fonte di reddito estero, dopo petrolio, esportazioni industriali, manufatti, elettronica, industria automobilistica e alimentare.[25] Nel 2008 sono stati inviati in Messico 67,5 miliardi di dollari dagli emigranti negli Stati Uniti.[26]

Circa il 90% del commercio messicano è stato messo sotto accordi di libero scambio con oltre 40 paesi, di cui il North American Free Trade Agreement (NAFTA) resta la più significativa. Quasi il 90% delle esportazioni messicane prendono la strada degli Stati Uniti e del Canada,[27] e quasi il 65% delle importazioni provengono da questi due paesi.[27] Altri importanti accordi commerciali sono stati firmati con l'Unione europea, il Giappone, Israele e diversi paesi dell'Europa centrale e del Sud America. Il Messico è diventato un attore importante nel commercio internazionale, tanto che se misurato in dollari il valore delle esportazioni messicane sarebbe il 15º al mondo, e il 10º se l'Unione europea venisse trattata come una singola entità statale,[28] pari circa al totale delle esportazioni di tutti i membri del Mercosur considerati insieme, Venezuela compreso.[28]

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Viticoltura in Messico.

L'agricoltura costituisce ancora l'occupazione di parte preminente della popolazione, che in grandi regioni la esercita ancora secondo modalità primitive, come nella valle di Tehuacàn, per gli archeologi la patria del mais, coltivato in centinaia di ecotipi primitivi da campesinos che arano i campi con un unico strumento della tecnologia occidentale, l'aratro di legno portato dagli uomini di Cortéz[29] In regioni diverse, verso gli Stati Uniti, l'agricoltura è alquanto evoluta, le varietà impiegate sono moderne, si usano fertilizzanti e antiparassitari, ma la spietata concorrenza imposta dal sistema del libero scambio voluto dagli Stati Uniti non consente ai piccoli proprietari, che hanno famiglie numerosissime, di accumulare il capitale necessario per nuove attrezzature. L'impiego di pratiche irrigue primitive, cui sono costretti contadini che non possono acquistare impianti di microirrigazione, sta abbassando, ad esempio, le falde della regione di Celaya, una delle più avanzate, di 6 metri all'anno, destinando una regione popolosa a convertirsi in deserto.[30]

Risorse minerarie[modifica | modifica wikitesto]

La ricchezza mineraria tradizionale del Messico è l'argento. Attualmente, le maggiori miniere sono a Pachuca (Hidalgo) e a Paral (Chihuahua), mentre il piombo, spesso associato, ha come luoghi di maggior produzione mineraria gli Stati di Chihuahua, in cui si trova la famosa miniera di Naica, e del Nuovo Leon. Complessivamente, i dati del 2004 davano 2 850 tonnellate d'argento e 150 000 di piombo.

Da un secolo si è affiancata l'estrazione del petrolio, soprattutto nel Golfo del Messico, con 168,728 milioni di tonnellate prodotte nel 2004.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Il Turismo è una delle risorse principali del Messico. Il Governo centrale ed i singoli Stati scommettono sempre più sulle risorse economiche generate dai turisti nazionali e internazionali, anche perché i giacimenti di petrolio stanno finendo ed è molto costoso perforare alla ricerca di giacimenti più profondi. Stati giovani come Quintana Roo vivono quasi esclusivamente del turismo. La popolazione è costituita da immigranti provenienti da tutto il Paese, e moltissimi stranieri, tra i quali, per esempio a Playa del Carmen (una delle località più turistiche del Messico moderno), la comunità più numerosa di italiani residenti in Messico (esempio Hotel Barrio Latino, Hotel La Tortuga; Hotel Coco Rio, tra gli altri). Altri stati come la Baja California, Nayarit, Oaxaca, Yucatan, e Campeche studiano il modello di Quintana Roo e si aprono al turismo.

Ambiente[modifica | modifica wikitesto]

Un Lepisosteus, una delle specie endemiche del Messico.
Un giaguaro, mammifero nativo del Messico.

Il Messico è uno dei 17 paesi megadiversi del mondo. Con circa 200 000 specie differenti, il Messico è la patria di 10-12% della biodiversità globale.[31] È capofila nella biodiversità dei rettili con 707 specie conosciute, al secondo posto con 438 specie di mammiferi, quarto con 290 specie di anfibi, e sempre quarto per la propria flora, con 26 000 specie diverse.[32] Il Messico è anche considerato il secondo paese al mondo per gli ecosistemi e il quarto per specie totali.[33] Circa 2 500 sono le specie protette dalla legislazione messicana.[33] Il governo messicano creò il Sistema Nazionale di Informazione sulla Biodiversità, incaricato di studiare e promuovere l'utilizzo sostanziale degli ecosistemi.

In Messico 170 000 k sono considerati "Aree Naturali Protette". Sono inclusi 34 riserve della biosfera (ecosistemi inalterati), 64 parchi nazionali, 4 monumenti naturali, 26 aree per proteggere la flora e la fauna, 4 zone di protezione naturale e 17 santuari (zone con una ricca diversità delle specie).[31]

Narcotraffico[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Criminalità in Messico.

Nel 2006 in Messico c'erano quattro cartelli che comandavano praticamente oltre metà del territorio messicano, con la complicità delle istituzioni ma con una certa pax mafiosa. Contro il traffico di droga il presidente Felipe Calderón ha lanciato una vasta azione di lotta, che dal 2006 al 2012 ha causato 100 000 morti negli scontri tra cartelli della droga, narcotrafficanti e forze di sicurezza (polizia municipale, statale, federale ed esercito).[34]

Il narcotraffico ha fatto diventare il paese uno dei più violenti al mondo, nonché il più pericoloso per i giornalisti. I cartelli della droga messicani, che hanno interessi finanziari in decine di paesi, si disputano il controllo del territorio con omicidi "ordinari" ed eccellenti (direttori ed ex direttori di polizia o carceri, magistrati, politici, semplici poliziotti).[35]

Proprio in queste regioni[Quali?] vicino alla frontiera con gli Stati Uniti infuria lo scontro tra due cartelli un tempo alleati: gli omicidi raggiungono il tasso più elevato del mondo a Ciudad Juárez (Stato di Chihuahua) che, come gli altri Stati messicani del nord, rappresenta una delle aree dove la criminalità organizzata è particolarmente attiva nel gestire il traffico di cocaina verso gli Stati Uniti, primo consumatore mondiale.

Tra le organizzazioni più sanguinarie spiccano i Los Zetas, formati da un nucleo di disertori delle forze speciali messicane. l proventi del narcotraffico hanno portato a una forte corruzione delle polizie (soprattutto locali) e dei dirigenti politici, contro cui il Governo messicano lotta con epurazioni e bonifiche. Le carceri non sfuggono a una grave corruzione e talvolta sono di fatto autogestite da detenuti, che vi perpetrano quasi regolarmente massacri ed esecuzioni.[36]

Attualmente l'esercito risulta la forza di contrasto più efficace e credibile nella lotta contro i narcotrafficanti. Di recente la narcomafia messicana è stata classificata nel rating ONU delle mafie mondiali come più forte rispetto per esempio a quelle italiane.[senza fonte]

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo artistico il Messico ha avuto pittori ma anche muralisti. Pittori celebri furono Diego Rivera e sua moglie Frida Kahlo entrambi esponenti del Surrealismo. Un altro famoso pittore messicano fu Raúl Anguiano. Invece famosi muralisti messicani furono David Alfaro Siqueiros e Dr. Atl. Un altro pittore che allo stesso tempo fu anche scultore è Francisco Eppens Helguera, ricordato come l'ideatore della bandiera del Messico. Nel campo dell'architettura abbiamo Teodoro González de León, autore dell'Auditorio Nacional mentre nel campo della poesia c'è Carmen Mondragón che allo stesso tempo fu anche una affermata modella: il suo nome è rimasto legato alle famose foto di nudo, estremamente audaci per l'epoca, scattate dal fotografo Edward Weston. Sempre nel campo della pittura abbiamo Rufino Tamayo che era anche un bravissimo incisore musicale.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Lo sport più popolare in Messico è il calcio, seguito dal basket e dal baseball[37], anch'esso uno degli sport più diffusi in Messico. La Primera División de México è la massima serie del campionato di calcio messicano e la Nazionale ha partecipato ben 14 volte al campionato mondiale di calcio[38]. Come in Argentina anche la Primera División de México ha i tornei di Apertura e Clausura, mentre il campionato di baseball, denominato Liga Mexicana de Béisbol, viene giocato da marzo ad agosto. La nazionale messicana di baseball partecipa regolarmente ai campionati mondiali ottenendo buoni risultati. Nel 2006 la nazionale è stata invitata al World Baseball classic, il mondiale organizzato dalla Major League Baseball piazzandosi nella seconda fase eliminatoria.

I messicani vantano anche un buona tradizione nella boxe, specialmente a livello professionale, negli anni questa nazione ha regalato a questo sport molti grandi campioni mondiali, tra i più famosi Julio César Chávez.

Di grande tradizione è anche la Charreria, la palla basca, il rodeo e soprattutto la tauromachia, infatti la Monumental Plaza de Toros di Cittá del Messico è la più grande al mondo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Messico, il Pri torna al potere Peña Nieto eletto presidente - Repubblica.it
  2. ^ (EN) Population growth rate su CIA World Factbook. URL consultato il 28 febbraio 2013.
  3. ^ a b c d Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013
  4. ^ Tasso di fertilità nel 2010. URL consultato il 12 febbraio 2013.
  5. ^ CONAPO, Proiezione della popolazione del Messico 2005-2050.
  6. ^ Nel caso di Benito Juárez (D.F.). "La vita nel Benito Juárez, al livello della Germania", nota de El Universal, 25 ottobre 2004, consultata l'8 ottobre 2007.
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Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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