Luigi Filippo I | |
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Luigi Filippo ritratto da François Gérard (1834) | |
Re dei Francesi | |
In carica | 9 agosto 1830–24 febbraio 1848 |
Predecessore | Enrico V de facto Carlo X |
Successore | Proclamazione della Seconda Repubblica Francese, de facto Jacques-Charles Dupont de l'Eure |
Nascita | Parigi, 6 ottobre 1773 |
Morte | Surrey, Inghilterra, 26 agosto 1850 |
Luogo di sepoltura | Chapelle royale de Dreux, Francia |
Casa reale | Borbone-Orléans |
Padre | Luigi Filippo II di Borbone-Orléans, (o Filippo Égalité) |
Madre | Luisa Maria Adelaide di Borbone-Penthièvre |
Consorte | Maria Amalia di Borbone-Napoli |
Religione | Cattolica |
Luigi Filippo (1830-1848)
Figli
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Luigi Filippo di Borbone-Orléans, già duca d'Orléans (Parigi, 6 ottobre 1773 – Claremont House, 26 agosto 1850), conosciuto durante la Rivoluzione come il cittadino Chartres oppure Égalité fils, fu re dei Francesi dal 1830 al 1848 con il nome di Luigi Filippo I.
Luigi Filippo d'Orléans era il figlio primogenito di Luigi Filippo II, duca d'Orléans, conosciuto con il nome di Philippe Égalité (Filippo Uguaglianza) e di Luisa Maria Adelaide di Borbone-Penthièvre. Apparteneva ai Borbone-Orléans, ramo cadetto dei Borbone di Francia, attraverso il capostipite Filippo I, figlio secondogenito di Luigi XIII. Luigi Filippo fu l'ultimo monarca a regnare sulla Francia con il titolo di re (l'ultimo regnante, Napoleone III, fu imperatore).
Nato Altezza Serenissima e Principe del sangue, gli fu conferito il titolo di duca di Valois dalla sua nascita alla morte di suo nonno nel 1785; diventò in seguito duca di Chartres. Come suo padre, il duca di Chartres fu un fautore della Rivoluzione francese. Partecipò come luogotenente generale alle battaglie di Valmy, Jemappes e Neerwinden.
Al seguito del suo superiore, il generale Dumouriez, passò all'Austria nel 1793. Da quel momento condusse una vita da vagabondo che lo portò anche negli Stati Uniti, dove rimase per quattro anni, vivendo a Filadelfia, New York e Boston. Il titolo di luogotenente generale al servizio delle armate repubblicane e in seguito al servizio di Carlo X di Francia, gli valse l'iscrizione sull'Arco di Trionfo dell'Étoile. L'arrivo al potere di Napoleone Bonaparte non mise fine al suo esilio durante l'Impero.
Dal 1808 al 1814 trascorse l'esilio a Palermo, nell'attuale Palazzo d'Orleans, a pochi passi dal Palazzo Reale dove in quegli anni risiedeva re Ferdinando IV (poi Ferdinando I delle Due Sicilie dal 1816) che, con la famiglia reale, in quegli anni aveva lasciato Napoli. A Palermo nel 1809 Luigi Filippo sposò la figlia del re Ferdinando IV, Maria Amalia di Borbone, principessa del Regno di Napoli e Sicilia. Durante la permanenza in Sicilia nacquero i primi tre figli della coppia: Ferdinando Filippo, Luisa (che diventerà la futura regina del Belgio) e Maria.
Dopo l'abdicazione di Napoleone, nel 1814, Luigi Filippo ritornò in Francia dove ricevette il titolo di duca d'Orléans e gli fu restituito il suo immenso patrimonio comprendente anche la tradizionale abitazione di famiglia, il Palais-Royal. Successivamente, nel 1825, fu il maggiore beneficiario della Legge del miliardo agli emigrati.
Ciò nonostante, negli anni della Restaurazione e i regni di Luigi XVIII e di Carlo X, la popolarità di Luigi Filippo aumentò. Egli incarnava una moderata opposizione alla politica degli ultra della monarchia e non respingeva l'integralità della Rivoluzione francese. Luigi Filippo cercò di mantenere un comportamento modesto e borghese, inviando i suoi figli al lycée Henri-IV.
Nel 1830, la rivoluzione dei "tre giorni gloriosi"[1] rovesciò Carlo X, che abdicò (con la controfirma di suo figlio il Luigi XIX) in favore di suo nipote, il duca di Bordeaux, che divenne in quel momento Enrico V, re titolare di Francia. Carlo X promosse il duca d'Orléans, il principe più prossimo nella linea di successione dopo il duca di Bordeaux, quale reggente del piccolo sovrano.
Tuttavia, temendo una rivolta repubblicana, la Rivoluzione parigina del luglio 1830 esautorò quasi subito il piccolo Enrico V quale re titolare e portò al trono Luigi Filippo, il quale, già il mese successivo, fece approvare una Costituzione, i cui meccanismi non si differenziavano molto da quella precedente concessa da Luigi XVIII, benché i presupposti ideologici fossero completamente mutati.
Innanzitutto si trattava di una Costituzione approvata dai due rami del Parlamento e non ottriata, ovvero concessa dal re, il quale era re "dei Francesi" (e non "di Francia e di Navarra" come il suo predecessore). Questo nuovo titolo (già utilizzato da Luigi XVI dal 1789 al 1792) fu un'innovazione costituzionale di rilievo che legò la sovranità al popolo e non al monarca, il quale, secondo una fortunata espressione di Thiers «regna ma non governa».
Un altro forte simbolo della nuova monarchia fu l'adozione della bandiera tricolore in sostituzione della bandiera bianca con i gigli d'oro dei Borboni.
Le modificazioni alla precedente carta non furono comunque irrilevanti, se si pensa che venne abbassato il censo per essere elettori o deputati e venne abolito il voto plurimo introdotto nel 1820.
L'iniziativa legislativa divenne anche parlamentare, oltre che regia. Questa ascesa al potere col favore di una sollevazione popolare procurò a Luigi Filippo l'ostilità delle corti europee e il soprannome di "re delle barricate".
I partigiani di Enrico V, oppositori di Luigi Filippo, furono chiamati legittimisti, e più precisamente henriquinquistes, dal momento che un'altra parte dei legittimisti considerava nulla l'abdicazione di Carlo X.
Nel 1832, Luisa d'Orléans, figlia di Luigi Filippo, diventò la prima regina del Belgio avendo sposato Leopoldo I.
Nel 1838 inviò una spedizione in Messico che venne chiamata la Guerra dei pasticcini.
Nel 1843, tramite Rochet d'Héricourt, un trattato d'amicizia e di commercio fu firmato con il sovrano di Scioa Haile Selassie.
Per qualche anno, Luigi Filippo regnò piuttosto modestamente, evitando l'arroganza, lo sfarzo e le spese eccessive dei suoi predecessori. A dispetto di questa apparenza di semplicità, il sostegno del re arrivava dalla media borghesia. All'inizio, era amato e chiamato "il Re Cittadino", ma la sua popolarità soffrì quando il suo governo fu percepito sempre più come conservatore e monarchico.
Il supporto dato in un primo tempo al Mouvement capeggiato da Adolphe Thiers fece posto al conservatorismo incarnato da François Guizot. Sotto la sua guida, le condizioni di vita delle classi popolari si deteriorarono, le imposte aumentarono considerevolmente. Una crisi economica nel 1846-1848, legata alle azioni del partito repubblicano che organizzò la cosiddetta "Campagna dei banchetti" — riunioni politiche private — portò il popolo a una nuova rivoluzione.
Durante lo svolgimento dell'insurrezione, Luigi Filippo abdicò il 24 febbraio 1848 in favore del giovane nipote Luigi Filippo II (essendo morto in un incidente qualche anno prima il principe Ferdinando Filippo, suo figlio ed erede). Temendo di subire la stessa sorte di Luigi XVI e Maria Antonietta, si travestì e lasciò Parigi. Viaggiando con una banale vettura e prendendo il nome di "M. Smith" fuggì in Inghilterra.
Tuttavia l'Assemblée nationale, sebbene pronta, sulle prime, ad accettare suo nipote come re, cambiò di avviso e seguì l'opinione pubblica, decidendo di proclamare la Seconda Repubblica, in circostanze controverse, all'Hôtel de Ville di Parigi.
Luigi Filippo e la sua famiglia vissero in Inghilterra fino alla morte di lui, avvenuta il 26 agosto 1850 a Claremont House vicino Esher, nella contea di Surrey. È sepolto con la moglie Maria Amalia (26 aprile 1782–24 marzo 1866) nella Cappella Reale, la tomba di famiglia che aveva fatto costruire nel 1816 a Dreux.
Da Maria Amalia di Borbone Luigi Filippo ebbe dieci figli:
Gran Maestro dell'Ordine della Legion d'Onore | |
Cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera | |
Cavaliere dell'Insigne e Reale Ordine di San Gennaro | |
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