Membro della casata di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, pur da monarca eletto, Haakon seppe ben presto ottenere il rispetto e l'affetto del suo popolo e svolse un ruolo chiave nell'unire la nazione norvegese nella sua resistenza contro l'occupazione nazista durante la Seconda Guerra mondiale, periodo durante il quale egli evitò di abdicare salvando così la sua famiglia e lo stato stesso con un'attenta cooperazione con l'invasore. Morì all'età di 85 anni il 21 settembre 1957 dopo ben 52 anni di regno.
Il principe Carlo di Danimarca, poi Haakon VII di Norvegia, nel 1889
Originariamente conosciuto col nome di principe Carlo di Danimarca (nome datogli dal nonno materno), egli era il figlio secondogenito del principe Federico di Danimarca (futuro sovrano col nome di Federico VIII) e di sua moglie, Luisa. Inoltre, egli era fratello minore di Cristiano X, nipote paterno di re Cristiano IX di Danimarca e nipote materno di re Carlo XV di Svezia.
Dato il suo status di principe reale, Carlo venne allevato alla corte di Copenhagen e venne educato alla Søværnets Officersskole (Scuola per ufficiali di marina) ove raggiunse il grado di tenente.
Foto dell'
Incoronazione di haakoon come Re di norvegia.
Foto ufficiale dopo l'incoronazione di re Haakon VII e della regina Maud il 22 giugno 1906
Dopo che l'unione tra Svezia e Norvegia venne dissolta nel 1905, venne creata una commissione da parte del governo norvegese che venne incaricata di trovare alcuni candidati a livello delle monarchie europee che fossero adatti a succedere al trono norvegese per i secoli a venire. Gradualmente, il principe Carlo divenne il principale di questi candidati, in gran parte perché egli discendeva dai re norvegesi dell'antichità. Inoltre egli aveva già un figlio che sarebbe divenuto un valido erede al trono e la principessa Maud era profondamente legata alla famiglia reale britannica, il che avrebbe potuto garantire molti vantaggi alla nazione norvegese da poco indipendente, sia in campo di prestigio che di alleanze politiche oltre che di politiche commerciali.
La concezione democratica di Carlo, inoltre, fu la chiave per risolvere il conflitto interno del governo norvegese che era dibattuto se mantenere una monarchia o aderire ad un sistema di governo repubblicano. Il principe danese, accettò la proposta del governo norvegese, ma accondiscese a salire al trono solo dopo un referendum popolare.
Dopo il referendum del 1905 che confermò col 79% la preferenza al principe Carlo (259.563 voti a favore e 69.264 contro)[1] i norvegesi si espressero per mantenere la monarchia ed al principe Carlo venne ufficialmente offerta la corona ed il trono di Norvegia dallo Storting (parlamento) ed eletto sovrano il 18 novembre 1905. Quando Carlo accettò l'offerta quella stessa sera (dopo l'approvazione di suo nonno Cristiano IX di Danimarca), immediatamente decise di ribattezzarsi col nome di Haakon, tipico norvegese e già usato da altri monarchi della Norvegia indipendente.[2] Così facendo, egli succedette al prozio Oscar II di Svezia che aveva abdicato al trono norvegese nell'ottobre di quell'anno, unitamente all'approvazione dell'accordo che prevedeva la separazione appunto tra Norvegia e Svezia.
La nuova famiglia reale di Norvegia, dunque, lasciò la Danimarca sullo yatch reale "Dannebrog" e salpò alla volta dell'Oslofjord. Alla Fortezza di Oscarsborg, la famiglia si imbarcò sulla nave norvegese "Heimdal". Dopo tre giorni di viaggio i reali giunsero a Kristiania (oggi Oslo) la mattina del 25 novembre 1905. Due giorni dopo, Haakon ottenne ufficialmente la reggenza degli affari di governo.
Re Haakon seppe guadagnarsi nel corso del tempo grande stima e simpatia dal popolo norvegese. Egli viaggiò moltissimo per la Norvegia e si avvalse dell'amico Fridtjof Nansen per meglio addentrarsi negli usi e nei costumi del suo nuovo popolo.
Haakon, Maud ed il principe Olav iniziarono ad interessarsi allo sport dello sci. Questa disciplina viene infatti ancora oggi vista come tipicamente parte della cultura norvegese e addirittura Olav diventerà campione di salto con gli sci.
Nel 1928 egli disse: "Adesso sono anche il re dei comunisti!" ("Jeg er også kommunistenes konge!") quando Christian Hornsrud del partito laburista venne eletto primo ministro.[4] Questo fatto, apparentemente ironico, in realtà gli causò le ire di alcune fazioni governative pensando che il re si fosse schierato politicamente al posto di rimanere imparziale come la sua posizione gli imponeva.
La Norvegia venne invasa dalle forze navali e dall'aviazione della Germania nazista durante le prime ore del 9 aprile 1940. Lo squadrone navale tedesco venne inviato ad occupare Oslo e sbarcò alla fortezza di Oscarsborg. La fortezza riuscì a resistere inizialmente causando pesanti danni alla nave da battaglia Lützow ed all'incrociatore pesante Blücher, con pesanti perdite dalla parte tedesca e tra le forze armate, tra gli agenti della Gestapo e tra il personale amministrativo della capitale occupata. Questi eventi portarono al ritiro del resto della flottiglia tedesca, impedendo così agli invasori di occupare Oslo. Le forze di occupazione tedesche rinunciarono alla presa di Oslo ma il presidente del parlamento, C. J Hambro, creò l'opportunità per la famiglia reale norvegese di fuggire assieme ai 150 membri del parlamento attraverso un treno speciale.
Il parlamento venne convocato ad Hamar quello stesso pomeriggio, ma con la rapida avanzata delle truppe tedesche, il gruppo si dovette spostare per sicurezza a Elverum. Il parlamento, unanimemente, raggiunse la risoluzione cosiddetta Elverumsfullmakten (Autorizzazione di Elverum), per garantire al gabinetto di governo pieni poteri per proteggere il paese sino a quando lo Storting non avesse potuto riunirsi nuovamente in sede appropriata.
Il giorno successivo, Curt Bräuer, ambasciatore tedesco per la Norvegia, chiese ufficialmente udienza a re Haakon. Il diplomatico tedesco chiese ai norvegesi di cessare la loro resistenza ed a nominare secondo la volontà di Hitler il simpatizzante nazista Vidkun Quisling alla carica di primo ministro, ancor più dopo che questi si era autoproclamato ad Oslo alcune ore prima, con l'intento di farne il capo della Norvegia come stato fantoccio della Germania. Bräuer suggerì ad Haakon di seguire l'esempio di suo fratello Cristiano X di Danimarca che si era arreso il giorno successivo all'invasione tedesca, minacciando pesanti conseguenze per la Norvegia in caso contrario. Anche se la Costituzione di Norvegia nominalmente dava al re la responsabilità finale delle decisioni, in pratica esse pervenivano soprattutto dal governo e dal Consiglio di Stato in suo nome.
In un incontro a Nybergsund, il re riportò l'ultimatum tedesco al suo gabinetto di governo. Anche se Haakon non poteva prendere una decisione del genere da solo, egli sapeva che poteva utilizzare la sua autorità morale per influenzare la scelta. Haakon disse quindi al suo gabinetto:
« Sono profondamente dispiaciuto dalla responsabilità che grava su di me in caso di rifiuto alla richiesta tedesca. La responsabilità per le calamità che colpirebbero il mio popolo sono troppo grandi. Mi rimetto alle decisioni del governo, ma la mia posizione è chiara. Per parte mia non posso accettare la richiesta dei tedeschi. Essa sarebbe in conflitto con tutto ciò che considero mio dovere come re di Norvegia, incarico che mi è stato affidato trentacinque anni fa da questo governo.[5] »
Haakon si risolse a comunicare che non avrebbe potuto nominare un governo capeggiato da Quisling dal momento che né il popolo né il parlamento sarebbero andati d'accordo con lui e vi avrebbero trovato la nomina antidemocratica. Ad ogni modo, se il gabinetto avesse scelto diversamente, il re disse che era pronto ad abdicare per allinearsi alla scelta del governo.
Nils Hjelmtveit, ministro della chiesa e dell'educazione, scriverà poi: "Questo fece una grande impressione su tutti noi. Più chiaramente attraverso quel discorso potemmo vedere l'uomo ancor prima delle parole stesse; il re dovette tracciare una linea tra sé e i propri doveri, una linea dalla quale non poteva deviare. Noi avevamo trascorso cinque anni [in governo] apprezzando e rispettando il nostro re e ora, attraverso le sue parole, ci appariva come un grande uomo, giusto e forte, un vero capo in quei fatali tempi per il nostro paese".[6]
Ispirato dal comportamento di Haakon, il governo unanimemente convenne col sovrano nell'illegittimità della nomina di un governo capeggiato da Quisling, messaggio che venne poi riferito telefonicamente a Bräuer e via radio al popolo norvegese. Nel messaggio radiofonico, il governo annunciò di voler resistere all'attacco tedesco il più a lungo possibile, ed espresse amicizia e sostegno a tutti coloro che nel paese avrebbero mosso mano armata a resistere all'invasore.
Re Haakon ed il principe ereditario Olav cercano rifugio tra i boschi della Norvegia durante un attacco tedesco su Molde nell'aprile 1940
La mattina successiva, l'11 aprile 1940, un bombardiere della Luftwaffe attaccò Nybergsund, distruggendo il piccolo villaggio dove il governo norvegese si trovava asserragliato nel tentativo di mantenere viva la propria funzione unitamente a quella del re. Il re ed i suoi ministri si rifugiarono nei boschi circostanti innevati e riuscirono a sfuggire ai bombardamenti, dirigendosi poi a nord verso Molde sulla costa occidentale della Norvegia. Dal momento che le forze britanniche nell'area stavano perdendo terreno a causa dei bombardamenti della Luftwaffe, il re ed i suoi ministri vennero caricati a bordo dell'incrociatore inglese HMS Glasgow a Molde e trasportati a 1000 chilometri più a nord, presso Tromsø che divenne dal 1º maggio di quell'anno la capitale provvisoria del regno di Norvegia. Haakon ed il principe ereditario Olav presero residenza in una capanna di legno nella foresta di Målselvdalen ove rimasero sino all'evacuazione ad opera del Regno Unito, godendo nel frattempo della protezione della guardia civile locale.
Gli Alleati guadagnavano intanto terreno e la situazione sembrò protendere a loro favore sino alla Battaglia di Francia che segnò un duro colpo tra le forze alleate, al punto che le forze presenti in Norvegia dovettero essere ritirate o destinate altrove. La famiglia reale ed il demoralizzato governo norvegese vennero evacuati da Tromsø il 7 giugno a bordo della HMS Devonshire e diverse ore di viaggio sotto copertura delle navi inglesi HMS Glorious, HMS Acasta e HMS Ardent, giunsero sani e salvi a Londra. Re Haakon ed il suo gabinetto istituirono un governo in esilio presso la capitale britannica, prendendo residenza a Rotherhithe e tramutando il re stesso in un simbolo della resistenza norvegese. Tra il marzo del 1942 e la fine della guerra nel maggio del 1945 il re e suo figlio Olav, vissero a Foliejon Park a Winkfield, presso Windsor.
La famiglia reale norvegese saluta la folla dalla
HMS Norfolk presso
Oslo.
Nel frattempo, Hitler aveva nominato Josef Terboven al ruolo di Reichskommissar per la Norvegia. Su ordine dello stesso fuhrer, Terboven tentò di costringere il parlamento a deporre il re, ma il parlamento si rifiutò categoricamente, citando i principi stessi della costituzione di stato. Un successivo ultimatum venne inviato dai tedeschi sotto la minaccia di internare tutti i norvegesi in età da servizio militare nei campi di concentramento nazisti.[7] Sotto il terrore di questa decisione, il rappresentante del parlamento ad Oslo scrisse al re Haakon il 27 giugno, chiedendogli di abdicare. Il re, cortesemente rispose che se il parlamento avesse agito in questi termini, egli si sarebbe dimesso. Il re diede la propria risposta il 3 luglio di quell'anno e proclamò la sua decisione con un comunicato radio della BBC l'8 luglio.[8] Dopo che un ulteriore tentativo di deporre il re era stato fatto dalle forze tedesche nel settembre di quell'anno, Terboven decretò infine che la famiglia reale norvegese "si era compromessa la possibilità di ritorno in patria" e sciolse tutti i partiti politici democratici.
I cinque anni della Norvegia sotto il controllo tedesco furono devastanti ma molti norvegesi indossarono vestiti o gioielli realizzati con le monete riportanti il monogramma di re Haakon come simbolo di resistenza all'oppressione dell'invasore e solidarietà al re in esilio col suo governo. Il monogramma del re venne dipinto anche su diverse facciate come simbolo di ostentazione della sovranità nazionale in uno stato occupato da stranieri.[9]
Dopo la fine della guerra, Haakon e la famiglia reale norvegese rientrarono in Norvegia a bordo dell'incrociatore inglese HMS Norfolk, incontrando la folla festante ad Oslo il 7 giugno 1945[10] esattamente cinque anni dopo l'evacuazione di Tromsø.
Re Haakon VII parla in un discorso pubblico del 1950, alla sua sinistra il principe ereditario Olav
Nel 1947 il popolo norvegese, su sottoscrizione pubblica, acquistò lo yacht reale Norge come regalo al sovrano come simbolo di riconoscenza per l'ottima condotta durante il secondo conflitto mondiale.
La principessa Ragnhild sposò quindi l'uomo d'affari Erling Lorentzen (della famiglia Lorentzen) il 15 maggio 1953, divenendo il primo membro della famiglia reale norvegese a sposare un non nobile.
La principessa Märtha morì di cancro il 5 aprile 1954.
Il re Haakon VII cadde nella sala da ballo della sua residenza di Bygdøy nel luglio del 1955. Questa caduta, che avvenne ad un mese dl suo ottantatreesimo compleanno, causò una frattura al sovrano che costrinse per delle complicazioni il re a stare su una sedia a rotelle. Un tempo attivo sovrano, Haakon si trovava ora impossibilitato a svolgere molte delle sue funzioni di re ed iniziò a deprimersi ed a sconfortarsi. Con la perdita della mobilità, anche la salute di Haakon andò deteriorandosi ed egli iniziò ad affiancare a sé il figlio Olav coinvolgendolo sempre più negli affari di governo e ponendolo in sua rappresentanza.
Alla morte di Haakon nel settembre del 1957, il principe ereditario gli succedette al trono col nome di Olav V. Haakon venne sepolto il 1º ottobre 1957 presso il mausoleo reale della fortezza di Akershus, a fianco della moglie.