Durante la maggior parte della sua vita, Giovanni aveva poche possibilità di ereditare la corona sassone. Tuttavia, nel 1822 suo fratello Clemente morì celibe in Italia e Giovanni era ormai preceduto solo da suo fratello maggiore Federico Augusto.
Nel 1827 suo zio Antonio divenne re. Giovanni divenne terzo in linea di successione al trono, e dopo che suo padre Massimiliano rinunciò ai suoi diritti di successione nel 1830, divenne secondo in linea di successione. Nel 1836 suo fratello Federico Augusto divenne re e Giovanni divenne l'erede al trono.
Durante il suo regno si giunse alla definizione di un trattato commerciale con la Francia (1862) e il riconoscimento del neonato Regno d'Italia. Dopo la sconfitta di Sadowa, la Sassonia si unì alla Confederazione della Germania del Nord. Venne concesso un finanziamento speciale per le scuole e l'istruzione superiore. L'Accademia delle Scienze sassone fu sponsorizzata da lui, fu creata nel 1824 la Royal Saxon Society per lo studio e la conservazione delle antichità patriottiche e fu fondata nel 1863 la rivista Nuovo archivio di Storia sassone.
Accanto alla politica Giovanni di Sassonia si occupò di letteratura. Sotto il pseudonimo die 'Philalethes' („Amico della verità“) Giovanni tradusse la Divina Commedia di Dante.