Carlo I del Portogallo (1863-1908)

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Carlo I del Portogallo (1863-1908)from the Wikipedia
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Carlo I
Carlos I of Portugal by José Malhoa.jpg
Re di Portogallo
Stemma
In carica 19 ottobre 1889 –
1º febbraio 1908
Predecessore Luigi I
Successore Manuele II
Nome completo Carlo Fernando Luigi Maria Vittorio Michele Raffaele Gabriele Gonzaga Saverio Francesco d'Assisi Giuseppe Simone
Altri titoli Duca di Braganza
Nascita Lisbona, 28 settembre 1863
Morte Lisbona, 1º febbraio 1908
Luogo di sepoltura Monastero di São Vicente de Fora
Casa reale Braganza
Padre Luigi I del Portogallo
Madre Maria Pia di Savoia
Consorte Amelia d'Orléans
Figli Luigi Filippo
Manuele
Maria Anna

Carlo di Braganza (Lisbona, 28 settembre 1863Lisbona, 1º febbraio 1908) fu il trentatreesimo nonché penultimo re del Portogallo e dell'Algarve dal 1889 alla morte.

Nato a Lisbona, figlio del re Luigi I del Portogallo e la principessa Maria Pia di Savoia, divenne re dopo la sua salita al trono nel 1889. Dai contemporanei venne soprannominato il diplomatico (per le numerose visite che tenne a Madrid, Parigi e Londra, ricambiato con visite a Lisbona da parte di re Alfonso XIII di Spagna, di Edoardo VII del Regno Unito, del kaiser Guglielmo II di Germania e del presidente della Francia, Émile Loubet), "il martire" (in virtù del fatto che venne assassinato), o "l'oceanografo" (per la sua passione per l'oceanografia, condivisa col padre e col principe Alberto I di Monaco).

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Il battesimo di don Carlos del Portogallo

Carlo I era figlio di re Luigi del Portogallo e della principessa Maria Pia di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II, re d'Italia. Tra i suoi cugini primi per parte paterna citiamo Federico Augusto III di Sassonia, la principessa Maria Giuseppa di Sassonia, il principe Guglielmo di Hohenzollern-Sigmaringen e Ferdinando I di Romania. Per parte di madre, tra i cugini ricordiamo Vittorio Emanuele III di Savoia, Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta.

Ebbe una solida educazione per essere preparato ad essere un giorno un ottimo monarca costituzionale. Viaggiò dal 1883 in Italia, Inghilterra, Francia e Germania, avendo così modo di incrementare le proprie conoscenze sulla civilizzazione del mondo del suo tempo. Nel 1883, 1886 e 1888 fu reggente per conto del padre che si trovava in viaggio all'estero.

Gli anni di regno[modifica | modifica wikitesto]

L'inizio e la crisi dell'Ultimatum del 1890[modifica | modifica wikitesto]

Il giovane Carlo I del Portogallo

Carlo divenne re il 19 ottobre 1889 alla morte del padre. La sua acclamazione a re del Portogallo ebbe avuto luogo il 28 dicembre 1889 con la partecipazione tra gli altri di Pietro II, ex imperatore del Brasile, deposto in esilio dal 6 di quello stesso mese. Carlos nella sua epoca era un uomo considerato intelligente, ma estremamente capriccioso e volubile e per questo il suo regno fu caratterizzato da crisi politiche costanti e conseguente insoddisfazione. Proprio all'inizio del suo governo il Regno Unito presentò al Portogallo l'ultimatum britannico del 1890 che intimidì la politica espansionistica coloniale del Portogallo, minacciando di dichiarare guerra tra i due stati se non fossero stati liberati i confini tra Angola e Mozambico in breve tempo.

I suoi rapporti col Regno Unito migliorarono proprio con la sigla di quel trattato che definì i confini tra lo Zambesi e il Congo), stabilizzando così la situazione in Africa, sebbene questi contratti non fossero visti positivamente in Portogallo in quanto erano ritenuti svantaggiosi per il bene dello Stato. Come conseguenza già dal 1891 scoppiò una rivolta guidata dai repubblicani che però venne ben presto risolta.

Carlo "il Diplomatico"[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la grave crisi che Carlo dovette affrontare all'inizio del suo regno con l'Inghilterra, il re seppe invertire la situazione e, grazie alle sue eccezionali doti diplomatiche, mise il Portogallo al centro della diplomazia europea del primo decennio del XX secolo, fatto al quale indubbiamente contribuirono le sue ramificate parentele. Più volte colse l'occasione per spostarsi all'estero, rappresentando personalmente il Portogallo al funerale della regina Vittoria nel 1901. Una prova del successo del suo lavoro fu indubbiamente la prima visita all'estero che compì il nuovo sovrano del regno unito, Edoardo VII, che fu proprio in Portogallo, dove fu ricevuto con tutta la pompa della circostanza nel 1903. Negli anni seguenti, Carlo ricevette a Lisbona le visite di Alfonso XIII, il giovane monarca spagnolo, della regina Alessandra (moglie di Edoardo VII), di Guglielmo II di Germania e, nel 1905, del presidente della Repubblica Francese, Emile Loubet. Tutte queste visite diedero un po' di colore alla corte di Lisbona, ma la visita del presidente francese colse l'occasione per far manifestare ancora una volta i repubblicani locali. Carlo e Amelia contraccambiarono queste visite in Spagna, Francia ed Inghilterra, mentre gli fu impossibile raggiungere il Brasile nel 1908 come aveva programmato per celebrare il primo centenario dell'apertura dei porti brasiliani a causa della sua tragica morte.

L'amministrazione del regno[modifica | modifica wikitesto]

L'effige di Carlo I del Portogallo su una moneta da 20 Réis del 1891

Sul piano finanziario, purtroppo, Carlo I dovette per ben due volte (il 14 giugno 1892 e il 10 maggio 1902) dichiarare la bancarotta dello stato, causando problemi nel campo industriale e favorendo il fervore socialista e repubblicano che muoveva a criticare la monarchia. Questa crisi era derivata essenzialmente dalla maturazione del sistema politico noto col nome di "rotativismo" col quale i due principali partiti, il "Partido Regenerator" e il "Partido Progresista", si alternavano al potere. La situazione era difficile sia a livello gestionale sia per il continuo alternarsi dei primi ministri. Naturalmente, data la limitatezza del corpo elettorale (votavano solo i cittadini di sesso maschile che sapessero leggere e scrivere e che avessero dei redditi superiori ad un certo valore), il partito di governo non riusciva mai completamente a raggiungere la vittoria elettorale e comunque otteneva dei risultati solo a fronte di promesse e compromessi coi dignitari locali.

La crisi economica che colpì il paese dal 1890 fu invece dovuta ai massicci investimenti in opere pubbliche ed agli investimenti militari in Africa che seguivano i principi dettati dalla Conferenza di Berlino del 1889. A questo si aggiungevano scandali finanziari continui ed i continui viaggi del sovrano che avevano un costo e che costituivano motivo di attacco da parte dell'opposizione. La mancanza di leader carismatici nei decenni precedenti sicuramente accentuò le divisioni nei partiti tradizionali: nel 1901 si ebbe la prima scissione nel partito "regenerator", guidato da João Franco. Nel 1905 dal partito progressista si distaccò Jose Maria Alpoim che ruppe coi suoi per le sue ambizioni personali.

Il franchismo[modifica | modifica wikitesto]

Il primo ministro João Franco che, con l'appoggio di Carlo I, riuscì ad instaurare una dittatura di breve durata per risollevare il Portogallo dalla crisi economica e politica nella quale era piombato

Carlo rispose ai suoi oppositori nominando il liberale João Franco alla carica di primo ministro e successivamente accettando la dissoluzione del parlamento. La nomina di Franco ebbe l'appoggio immediato dei progressisti alla ricerca di un governo di coalizione.

Risolto il contratto del tabacco nel 1906, Franco si dedicò alla realizzazione delle riforme che aveva pensato, presentando al parlamento i conti pubblici con le responsabilità ministeriali, proponendo l'assoluta libertà di stampa ma anche la repressione degli anarchici.

I progressisti non si diedero però per vinti e nel 1907 organizzarono degli scioperi che ebbero origine dall'Università di Coimbra e che ben presto interessarono tutto il paese, al punto che lo stesso Franco venne più volte attaccato dai suoi stessi parlamentari, motivo per cui chiese al re di sciogliere il parlamento, ritardando le elezioni per qualche tempo. Il re acconsentì a questa proposta rinnovando la propria fiducia nell'operato di Franco, ma nel contempo andando contro la legge (almeno nel modo in cui era interpretata dai politici tradizionali) che vedevano così minacciato il monopolio politico della democrazia.

L'opposizione (non solo quella repubblicana, ma anche gli avversari politici di Franco) lanciò una forte campagna antigovernativa, che coinvolse il re stesso, sostenendo che il paese era piombato in una dittatura e di dittatura amministrativa di fatti si trattava il quanto il governo si trovava a decidere senza il concorso del parlamento.

Così Carlo I scriveva all'amico principe di Monaco, Alberto I nel febbraio del 1907: "Considerando che qui le cose non andavano bene, e vedendo gli esempi di buon governo provenienti da tutta Europa, ho deciso di fare un giro completo di tutte le procedure di governo del mio paese, una rivoluzione dall'alto, contribuendo a creare un nuovo governo di libertà e di onestà, con idee moderne, di modo che non possa scoppiarmi una rivoluzione dal basso che certamente sarebbe la rovina del mio paese". Nella stessa lettera, il re diede conto anche delle proprie paure che si reificarono poi dopo la sua morte: "Finora, ci sono riuscito, e tutto va bene, anche meglio di quanto pensassi possibile, ma per questo bisogna di essere costantemente in riga e non posso abbandonare il governo nemmeno un minuto, perché so che il mio mondo si perderebbe per la mancanza di una direzione precisa, tornando subito indietro e anzi facendo di peggio che all'inizio".

Contro il parere di Carlo ("il fuoco non si spegne per il semplice fatto di avergli sparato" ), João Franco riprese l'annosa questione degli anticipi (i debiti della Casa Reale) che in un primo momento aveva pensato di risolvere in Parlamento, ma che poi aveva pensato di fare per conto proprio. Lo studioso Rui Ramos ha ipotizzato che con questa mossa il primo ministro mirasse ad ottenere l'appoggio del re per avere libertà d'azione.

In questo contesto di crescente opposizione si inserì anche l'episodio dell'intervista rilasciata da Carlo I al giornale francese Le Temps col giornalista Charles Joseph Gaultier, dove il monarca ribadì il suo sostegno a João Franco, dicendo addirittura che aveva dovuto aspettare la nascita della dittatura per trovare qualcuno con carattere. Lo scopo di questa intervista era quello di rassicurare i mercati finanziari internazionali circa la stabilità del paese, ma in realtà ebbe effetti molto negativi, soprattutto perché in quel "carattere" molti portoghesi interpretarono un attacco diretto al resto dei politici, ritenuti nell'ottica del re "senza carattere". Nonostante l'opposizione, Franco riuscì ad intessere quella solidità necessaria per riportare il paese alla normalità ed a garantire la maggioranza in parlamento, ma fu in questo contesto che i repubblicani ed i progressisti decisero di agire con la forza, tentando un primo colpo di Stato il 28 gennaio 1908, che però si concluse con un nulla di fatto.

Il regicidio[modifica | modifica wikitesto]

Il regicidio di Carlo I in una stampa d'epoca

Nel 1908 Carlo I si era recato come ogni anno al Palazzo di Vila Viçosa, una delle residenze più antiche della famiglia e la preferita di Carlo I. Qui Carlo I aveva riunito i suoi amici più cari e con loro era andato a caccia per tutto il periodo.

Fu in questo periodo che si tenne il primo tentativo di attentato ai danni del re che portò all'arresto di António José de Almeida, di Luce Almeida, dei giornalisti João Chagas, Franco Borges, João Pinto dos Santos e Alvaro Poppe, assieme ad altri cospiratori quali il visconti di Ribeira Brava ed il dotto Egas Moniz. Franco reagì con durezza a questo tentativo e preparò la deportazione nelle colonie o l'esilio all'estero per i congiurati. Il re ricevette la documentazione quando ancora era a Vila Viçosa e si dice che firmandola abba detto "Sto firmando la mia condanna morte, ma lo avete tanto desiderato...".

La tomba di Carlo I e del figlio Luigi Filippo nel pantheon dei Braganza presso il monastero di São Vicente de Fora

Il 1º febbraio 1908 la famiglia reale stava facendo ritorno dal palazzo di Vila Viçosa a Lisbona. Viaggiando in treno da Barreiro, essa dovette attraversare il Tago in barca e per farlo dovette scendere dal piazzale della stazione, salire in carrozza e recarsi al porto. Mentre stavano compiendo questo tragitto, due attivisti repubblicani, Alfredo Costa e Manuel Buiça, spararono alla famiglia reale, colpendo a morte Carlo I che rimase ucciso sul colpo e suo figlio, il principe ereditario Luigi Filippo, che morì poco dopo, oltre a ferire al braccio l'infante Manuel, mentre la regina rimase miracolosamente illesa[1]. Gli assassini vennero uccisi sul posto dai membri della guardia reale e solo in seguito vennero riconosciuti come membri del movimento repubblicano. La morte del re Carlo I e del principe ereditario del Portogallo, provocarono l'indignazione di tutta l'Europa, soprattutto dell'Inghilterra dove il re Edoardo VII deplorò fortemente l'impunità dei responsabili dell'attentato. Questa impunità fu dovuta alla caduta di Joao Franco che venne accusato di non aver correttamente vigilato sul sovrano ma che in realtà aveva perso il proprio appoggio al governo, e quindi si era tornati a ciò che il defunto re aveva predetto nella sua lettera al principe di Monaco, ovvero ai partiti tradizionali.

Il trono, sette giorni più tardi, fu affidato al figlio secondogenito della coppia, Emanuele (Manuel), che fu l'ultimo re del Portogallo prima della proclamazione della repubblica nel 1910.

Patrono delle scienze e delle arti[modifica | modifica wikitesto]

O Sobreiro ( L'albero del sughero) (1905), dipinto ad opera di Carlo I.

Patrono delle scienze e delle arti, il re Carlo I prese parte attiva alle celebrazioni, nel 1894, del 500º anniversario della nascita del principe Enrico il Navigatore. L'anno successivo decorò personalmente il famoso poeta portoghese João de Deus in una cerimonia pubblica a Lisbona.

Carlo si dimostrò sempre un profondo conoscitore delle tecnologie che stavano emergendo nei primi anni del XX secolo: installò appena possibile la luce al Palaço de Necessidades e programmò l'elettrificazione delle strade di Lisbona. Grande amante della fotografia, fu il principale contributore della collezione fotografica della famiglia reale, collaborando anche col Boletim Fotográfico dal 1900. Carlo I era anche un pittore di talento, con preferenza per gli acquerelli e gli uccelli come soggetti, firmando i propri quadri semplicemente "Carlos Fernando". Questa scelta del tema rifletteva un'altra delle sue passioni, l'ornitologia. Vinse diversi premi di concorsi internazionali e diede prove notevoli di conoscenza del settore della produzione e della lavorazione della ceramica.

Carlo aveva anche un interesse personale nelle esplorazioni marittime e promosse gli studi naturalistici nell'area portoghese in associazione con il principe Alberto I di Monaco, acquistando lo yacht "Amelia" per impegnarsi in campagne di studi in mare aperto. La collaborazione col principe di Monaco portò alla nascita dell'Acquario Vasco da Gama di Lisbona, strutturalmente molto simile al Museo Oceanografico di Monaco. Alcune ricerche compiute da Carlo in persona o da lui sponsorizzate si dimostrarono poi pionieristiche nel mondo dell'oceanografia e proprio per questo motivo oggi la marina portoghese dispone di una nave per le esplorazioni sottomarine chiamata appunto "Don Carlos I".

Carlo I era anche molto appassionato di agricoltura e per questo nelle residenze della Casa di Braganza avviò delle ottime e redditizie produzioni di vino, olio d'oliva, sughero e altri prodotti, oltre all'allevamento del bestiame ed all'incoraggiamento della conservazione del prestigioso cavallo lusitano.

Braganza
Sovrani del Portogallo
Coat of Arms of the Kingdom of Portugal (1640-1910).png

Giovanni IV (1640-1656)
Figli
Alfonso VI (1656-1683)
Pietro II (1683-1706)
Figli
  • Isabella Luisa (1669-1690)
  • Giovanni (1688)
  • Giovanni (1689-1750)
  • Francesco Saverio (1691-1742)
  • Francesca Saveria (1694)
  • Antonio Francesco (1695-1757)
  • Teresa Maria (1696-1704)
  • Manuele Giuseppe (1697-1766)
  • Francesca Giuseppa
Giovanni V (1706-1750)
Figli
  • Barbara (1711-1758)
  • Pietro (1712-1714)
  • Giuseppe (1714-1777)
  • Carlo (1716-1730)
  • Pietro (1717-1786)
  • Alessandro (1723-1728)
Giuseppe I (1750-1777)
Figli
Maria I (1777-1816) e Pietro III (1777-1786)
Figli
Giovanni VI (1816-1826)
Figli
Pietro IV (I del Brasile) (1826)
Figli
Maria II e Michele (1826-1828)
Michele (1828-1834)
Figli
Maria II e Ferdinando II (1834 - 1853)
Figli
  • Pietro (1837 - 1861)
  • Luigi (1838 - 1889)
  • Maria (1840)
  • Giovanni (1842 - 1861)
  • Maria Anna (1843 - 1884)
  • Antonia Maria (1845 – 1913)
  • Ferdinando Maria (1845 - 1913)
  • Augusto (1847 - 1889)
  • Leopoldo (1849)
  • Maria da Gloria (1851)
  • Eugenio (1853)
Pietro V (1853-1861)
Luigi I (1861-1889)
Figli
Carlo I (1889-1908)
Figli
Manuele II (1908-1932)

Matrimonio e figli[modifica | modifica wikitesto]

Carlo, principe ereditario del Portogallo, con la moglie Amelia d'Oréans e il piccolo Luigi Filippo.

La prima candidata a sposare Carlo del Portogallo fu una delle figlie di Federico III di Germania, ma le differenze religiose rappresentavano un problema insormontabile, soprattutto per pressione della diplomazia inglese che si opponeva a tale unione.

Per questi motivi Carlo sposò, nel 1886, la principessa Amelia d'Orléans, figlia del conte di Parigi, a sua volta nipote ed erede di Luigi Filippo ed erede legittimo alla corona di Francia, sin dalla morte del conte di Chambord, avvenuta il 24 agosto 1883.
Le nozze, celebrate con fasto adeguato all'occasione, offrirono l'occasione al governo francese, guidato dal repubblicano Charles de Freycinet, per fare votare una legge che decretava l’esilio per tutti i pretendenti al trono di Francia e per i loro primi eredi maschi, nonché l’espulsione dall’esercito di tutti i principi francesi. Ciò costrinse il conte di Parigi ad emigrare in Inghilterra.

Dall'unione nacquero tre figli:

Maria Pia di Sassonia Coburgo Braganza affermò di essere frutto di una relazione adulterina che Carlo I ebbe con Maria Amélia Laredó e Murça e per questo si presentò da allora come pretendente al trono portoghese.

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Carlo I del Portogallo Padre:
Luigi del Portogallo
Nonno paterno:
Ferdinando II del Portogallo
Bisnonno paterno:
Ferdinando di Sassonia-Coburgo-Kohary
Trisnonno paterno:
Francesco Federico di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Trisnonna paterna:
Augusta di Reuss-Ebersdorf
Bisnonna paterna:
Maria Antonia di Koháry
Trisnonno paterno:
Francesco Giuseppe di Kohary
Trisnonna paterna:
Maria Antonia von Waldstein zu Wartenberg
Nonna paterna:
Maria II del Portogallo
Bisnonno paterno:
Pietro I del Brasile
Trisnonno paterno:
Giovanni VI del Portogallo
Trisnonna paterna:
Carlotta Gioacchina di Borbone-Spagna
Bisnonna paterna:
Maria Leopoldina d'Asburgo-Lorena
Trisnonno paterno:
Francesco II d'Asburgo-Lorena
Trisnonna paterna:
Maria Teresa di Borbone-Napoli
Madre:
Maria Pia di Savoia
Nonno materno:
Vittorio Emanuele II d'Italia
Bisnonno materno:
Carlo Alberto di Savoia
Trisnonno materno:
Carlo Emanuele di Savoia-Carignano
Trisnonna materna:
Maria Cristina di Sassonia
Bisnonna materna:
Maria Teresa d'Asburgo-Lorena
Trisnonno materno:
Ferdinando III di Toscana
Trisnonna materna:
Luisa Maria Amalia di Borbone-Napoli
Nonna materna:
Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena
Bisnonno materno:
Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena
Trisnonno materno:
Leopoldo II d'Asburgo-Lorena
Trisnonna materna:
Maria Luisa di Borbone-Spagna
Bisnonna materna:
Maria Elisabetta di Savoia-Carignano
Trisnonno materno:
Carlo Emanuele di Savoia-Carignano
Trisnonna materna:
Maria Cristina di Sassonia

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Trattamenti di
Carlo I del Portogallo
Stemma
Re del Portogallo
Trattamento di cortesia Sua Maestà Fedelissima
Trattamento colloquiale Vostra Maestà Fedelissima
Trattamento alternativo Sire
1863 – 1889
Sua Altezza Reale il Principe Reale di Portogallo, Duca di Braganza
1889 - 1908
Sua Maestà il Re di Portogallo e Algarve
I trattamenti d'onore

Onorificenze portoghesi[modifica | modifica wikitesto]

Fascia dei tre ordini - nastrino per uniforme ordinaria Fascia dei tre ordini
Gran Maestro dell'Ordine del Cristo - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine del Cristo
Gran Maestro dell'Ordine della Torre e della Spada - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine della Torre e della Spada
Gran Maestro dell'Ordine di San Giacomo della Spada - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine di San Giacomo della Spada
Gran Maestro dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine Militare di San Benedetto d'Avis
Gran Maestro dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa - nastrino per uniforme ordinaria Gran Maestro dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine del Toson d'Oro
Cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera
Royal Victorian Chain - nastrino per uniforme ordinaria Royal Victorian Chain
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano
Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata
— 1873
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
— 1873
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia
— 1873
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Serafini
— 23 maggio 1873

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'attentato pare fosse coinvolto l'italiano Umberto "Dewet" Cristini, vedi Legione Volontaria Italiana

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jean Pailler: D. Carlos I - Rei de Portugal: Destino Maldito de um Rei Sacrificado. Bertrand, Lisbon, 2001, ISBN 978-972-25-1231-2
  • Jean Pailler: Maria Pia: A Mulher que Queria Ser Rainha de Portugal. Bertrand, Lisbon, 2006, ISBN 972-25-1467-9
  • Manuel Amaral: Portugal - Dicionário Histórico, Corográfico, Heráldico, Biográfico, Bibliográfico, Numismático e Artístico, Volume II, 1904-1915, págs. 759
  • Rui Ramos: D. Carlos, Temas e Debates, Lisbon, 2007.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re del Portogallo Successore Flag of Portugal.svg
Luigi I 19 ottobre 1889 - 1º febbraio 1908 Manuele II
Predecessore Erede al trono del Portogallo Successore Armas rei portugal.png
Augusto, principe reale Principe ereditario
1863 – 19 ottobre 1889
Luigi Filippo, principe reale
Predecessore Duca di Braganza Successore Armas rei portugal.png
Pietro, principe reale
Poi sovrano col nome di Pietro V
1863 – 19 ottobre 1889 Luigi Filippo, principe reale
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