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Impero austro-ungarico (1867-1918)
children states
 
  Regno d'Ungheria (1000-1918)
 


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Impero austro-ungarico
Impero austro-ungarico – Bandiera Impero austro-ungarico - Stemma
(dettagli) (dettagli)
Motto: Indivisibiliter ac Inseparabiliter
(lat: "Indivisibilmente e Inseparabilmente")
Impero austro-ungarico - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della corona di Santo Stefano
Nome ufficiale Die im Reichsrat vertretenen Königreiche und Länder und die Länder der heiligen ungarischen Stephanskrone
(tedesco)
A birodalmi tanácsban képviselt királyságok és országok és a magyar szent korona országai
(ungherese)
Lingue parlate tedesco, ungherese, italiano, friulano, ladino, sloveno, lingua serba, croato, romeno, ucraino, polacco, ceco, slovacco, bosniaco, ruteno, yiddish, slesiano, cimbro, mocheno, istrorumeno, istrioto, dalmatico
Inno Inno Imperiale
Capitale Vienna
Altre capitali Budapest
Politica
Forma di Stato Monarchia costituzionale
Forma di governo stato liberale, federale
Kaiser Francesco Giuseppe I d'Asburgo Lorena (1867-1916)
Carlo I[1] d'Asburgo-Lorena (1916-1919)
Ministerpräsident[2] Elenco dei primi ministri dell'Austria imperiale
Nascita 12 giugno 1867 con Francesco Giuseppe I d'Asburgo Lorena
Causa Ausgleich
Fine 3 aprile 1919 con Carlo I
Causa Proclamazione della repubblica sia in Austria che in Ungheria[3]
Territorio e popolazione
Bacino geografico Europa centrale
Massima estensione 680 887 km² nel 1907
Popolazione 48 592 000 nel 1907
Economia
Valuta fiorino
corona dal 1892
Religione e società
Religioni preminenti Cristiana Cattolica
Religione di Stato Cristiana Cattolica
Religioni minoritarie ebraismo, cristiana ortodossa, islamismo
Impero austro-ungarico - Mappa
Evoluzione storica
Preceduto da Flag of the Habsburg Monarchy.svg Impero austriaco
Succeduto da Flag of Austria.svg Rep. Austrogermanica
Civil Ensign of Hungary.svg Rep. Dem. di Ungheria
bandiera Regno dei Serbi, Croati e Sloveni
Flag of Czechoslovakia.svg Cecoslovacchia
Flag of Ukraine.svg Rep. Nazionale dell'Ucraina Occidentale
Flag of Romania.svg Regno di Romania
Flag of Poland.svg Polonia
bandiera Regno d'Italia
Ora parte di Austria Austria
Ungheria Ungheria
Rep. Ceca Rep. Ceca
Slovacchia Slovacchia
Slovenia Slovenia
Croazia Croazia
Bosnia ed Erzegovina Bosnia ed Erzegovina
Serbia Serbia
Italia Italia
Montenegro Montenegro
Romania Romania
Polonia Polonia
Ucraina Ucraina
Questa voce è parte della serie
Storia dell'Austria
Austria coat of arms official.svg


L'Impero austro-ungarico o semplicemente Austria-Ungheria, noto come K. u. K. Doppelmonarchie (Kaiserliche und Königliche Doppelmonarchie, in italiano: Duplice Monarchia Imperiale e Regia) o Donaumonarchie (Monarchia Danubiana), nacque nel 1867 con il cosiddetto Ausgleich (compromesso) tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero Austriaco nato nel 1804. In virtù di questa riforma costituzionale, l'impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo[4]) erano, dunque, sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello stato era I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della Corona di Santo Stefano. Gli storici individuano questo compromesso col nome di Duplice Monarchia.

L'impero aveva una superficie di 680.000 km2 (era il secondo paese europeo per estensione dopo l'Impero russo) e nel 1910 contava 52 milioni di abitanti. La capitale era Vienna, città che passò dai 440.000 abitanti del 1840 ai 2.200.000 alla vigilia della Grande Guerra, quando era la 3ª città più grande d'Europa. Austria e Ungheria avevano costituzioni, parlamenti e ministeri separati (per l'Ungheria la capitale era Budapest). Il sovrano e i ministeri competenti per la politica estera, la politica economica e quella militare erano in comune. Accanto all'imperiale e regio esercito comune esistevano anche un esercito nazionale austriaco (kaiserlich-königliche Landwehr) e uno ungherese (Honvéd). Le questioni finanziarie (come la spartizione delle spese comuni) e quelle commerciali erano regolate da compromessi decennali rinnovabili.

Trattandosi di un impero multietnico in un'epoca di forte risveglio del nazionalismo, l'Austria-Ungheria fu continuamente travagliata dalle dispute fra gli undici gruppi etnici che lo componevano. Tuttavia, malgrado le rivalità etniche, nei suoi cinquant'anni di esistenza l'Austria-Ungheria conobbe una rapida crescita economica e una marcata modernizzazione, oltre a molte riforme liberali.

Il 28 luglio del 1914 l'Austria-Ungheria diede il via alla Prima guerra mondiale, invadendo il Regno di Serbia. Al termine del conflitto l'impero, pesantemente sconfitto assieme ai suoi alleati (Imperi Centrali), cessò di esistere.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nascita[modifica | modifica wikitesto]

Dalla metà del XIX secolo l'Imperatore Francesco Giuseppe stava cercando una soluzione per riappacificare la nazione magiara, quando nel 1866 esplose quella che sarebbe stata la guerra austro-prussiana, dalla quale l'impero austriaco uscì sconfitto. Dopo la battaglia di Sadowa (1866) i prussiani invasero in poche settimane la Boemia e arrivarono a minacciare la stessa capitale austriaca costringendo la Casa d'Asburgo a firmare la resa.

Subito dopo la guerra con la Prussia, ripresero le trattative per ristabilire lo statu quo con la nazione magiara. Le delegazioni furono guidate da vari politici e statisti tra i quali Ferenc Deák, Friedrich Ferdinand von Beust, e Gyula Andrássy il vecchio, che giocarono un ruolo di prim'ordine al fine di ottenere un compromesso tra l'Austria e l'Ungheria. Nel 1867 si giunse ad un accordo tra le due nazioni e venne firmato l'Ausgleich, che divideva lo stato asburgico in Cisleitania (Austria) e Transleitania (Ungheria - Croazia). Politicamente i due regni erano uniti, ma in quanto a questioni interne erano due entità statali separate.

1867-1908[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla sconfitta subita con la Prussia e con l'Italia nel 1866, l'Austria perse ogni influenza sugli stati tedeschi e sulla Confederazione germanica. Questa, riunita sotto la guida dei prussiani, costrinse l'Impero austro-ungarico a cambiare la politica espansionista asburgica dalla Germania ai Balcani, dove tuttavia si trovò in competizione con l'Impero russo. L'interesse degli Asburgo negli affari balcanici venne riaffermato dall'occupazione della Bosnia ed Erzegovina (1878). La possibilità di conflitto con la Russia in questa area spinse l'Austria-Ungheria ad allearsi con l'Impero tedesco: nel 1879 venne stretta la Duplice alleanza con la quale i due sovrani si promettevano vicendevole sostegno in caso di aggressione russa. La firma della Duplice Alleanza era stato l'ultimo atto del ministro degli esteri Andrássy il quale si dimise poco dopo la firma; ma la Duplice alleanza (dal 1882 al 1915 Triplice Alleanza, con l'adesione dell'Italia) sopravvisse come il principale fattore nella posizione internazionale della monarchia asburgica fino all'ultimo giorno dell'impero (novembre 1918).

Nel 1881 fu stipulata un'alleanza con la Serbia che, dopo il Congresso di Berlino (1878) si era rivolta all'Austria-Ungheria per chiedere protezione ed era di fatto diventata uno stato satellite della monarchia asburgica. L'alleanza dei Tre imperatori – aggiornamento del 1881 della Lega dei tre imperatori firmata nel 1873 dagli imperatori di Russia, Germania e Austria-Ungheria – portò al riconoscimento russo dell'egemonia asburgica sulla parte occidentale della penisola balcanica; i firmatari dell'alleanza promisero di consultarsi a vicenda sui cambiamenti in atto nell'Impero Ottomano; l'Austria-Ungheria ricevette dalla Russia la promessa che non ci sarebbero state obiezioni a una possibile annessione futura della Bosnia ed Erzegovina, e in cambio alla Russia fu data assicurazione che sarebbe stata riconosciuta la sua posizione negli «Stretti» (Dardanelli, Mar di Marmara e Bosforo).

Nel biennio 1882-83 l'Austria-Ungheria sottoscrisse due trattati difensivi (la Triplice Alleanza e l'Alleanza rumena) favoriti dal cancelliere tedesco Otto von Bismarck il quale, essendo l'Austria-Ungheria il principale partner commerciale della Germania, cercava di neutralizzare tutte le potenziali fonti di conflitti per la monarchia asburgica. La Triplice Alleanza fra Germania, Austria-Ungheria e Italia (20 maggio 1882) era innanzitutto un trattato difensivo contro un eventuale attacco della Francia all'Italia o alla Germania, e non faceva quindi cenno ai problemi esistenti tra l'impero asburgico e il regno italiano; l'accordo segreto tra Austria-Ungheria e Romania (30 ottobre 1883) era un accordo difensivo contro eventuali attacchi della Russia. La Triplice Alleanza e l'alleanza rumena rafforzarono non solo lo statu quo internazionale, ma anche quello interno della monarchia asburgica indebolendo i movimenti irredentistici in Transilvania. Essendo un accordo diretto contro la Francia, la Triplice Alleanza era importante soprattutto per la Germania e l'Italia; mentre l'Austria-Ungheria ne era danneggiata. La Germania fece perciò ogni sforzo per costringere Vienna a rinnovare la triplice alleanza, minacciando di ritirare la protezione tedesca contro un'aggressione russa; mentre non ebbero successo i tentativi della diplomazia asburgica di evitare nuovi obblighi in Europa occidentale. Il ministro austriaco Kálnoky nel 1887 riuscì a eludere la richiesta italiana di appoggio della politica coloniale italiana, ma non fu capace di tenere l'Italia fuori da un coinvolgimento nei Balcani. Kálnoky riconobbe all'Italia il diritto di chiedere un compenso in caso di cambiamenti nello statu quo territoriale nei Balcani, ma senza entrare nello specifico. In un certo qual modo, tutte le differenze di vedute e gli scontri tra austriaci e italiani sulla politica balcanica nel primo decennio del XX secolo possono essere fatti risalire alla genericità e all'ambiguità con cui la clausola venne inserita nel rinnovo della Triplice alleanza nel 1887 (clausola più tardi formalizzata nell'articolo VII del trattato).

Sempre nel 1887 attorno alla Triplice Alleanza venne costruito un sistema di alleanze e di accordi che determinarono il completo isolamento della Francia e obbligarono le maggiori potenze europee a garantire lo statu quo lungo i confini dell'Impero ottomano. Col primo e col secondo "Accordo Mediterraneo", sottoscritti rispettivamente il 12 febbraio e il 12 dicembre del 1887, la Gran Bretagna si univa ad Austria-Ungheria e Italia interessate nel rendere impraticabile gli Stretti alla Russia; Kálnoky abbandonò perciò la ricerca di accordi diretti bilaterali con la Russia. Solo nel 1895 Goluchowski, che succedette a Kálnoky come ministro degli esteri, decise di ripristinare le relazioni dirette di Vienna con l'Impero russo Nel 1897, in occasione della visita di Francesco Giuseppe e Goluchowski a San Pietroburgo, vennero sottoscritti degli accordi Austro-russi che affidavano il mantenimento dello statu quo balcanico alla cooperazione bilaterale di Austria-Ungheria e Russia, invece che a un sistema di alleanza multilaterale; si puntava cioè a escludere l'Italia dai Balcani, diminuendo così il valore della Triplice Alleanza. Gli accordi Austro-Russi del 1897 vennero messi alla prova nel 1903, dopo una rivolta avvenuta in Macedonia. Dopo un incontro tra lo Zar Nicola II e Francesco Giuseppe a Mürzsteg nell'ottobre 1903, i loro ministri degli esteri, Goluchowski e Lamsdorf, abbozzarono un programma di riforma dell'Impero ottomano. L'anno successivo fu redatto un accordo di reciproca neutralità: la Russia sarebbe stata neutrale in caso di conflitto fra Italia e Austria, e l'impero asburgico neutrale in caso di conflitto fra Russia e Giappone; i conflitti balcanici erano esplicitamente esclusi dall'accordo.

Dopo l'assassinio di Alessandro I di Serbia nel corso di una rivolta militare (11 giugno 1903), la dinastia dei Karađorđević sostituì quella degli Obrenović. La politica espansionista serba, volta a unire in un regno serbo tutti gli slavi meridionali, rese difficili le relazioni della Serbia con la monarchia degli Asburgo. L'impero austro-ungarico tentò di intimidire i Serbi con misure di tipo economico. Nel 1906 pertanto fu proibita l'importazione di bestiame dalla Serbia: la cosiddetta "Guerra dei maiali" che, invece di bloccare la Serbia, la spinse piuttosto nel campo russo.

1908-1914[modifica | modifica wikitesto]

Una svolta nella politica estera austriaca si verificò nel 1906 quando il ministro degli esteri Goluchowski fu sostituito dal primo ambasciatore austriaco a San Pietroburgo Alois Lexa von Aehrenthal. Aehrenthal tentò di liberare l'Austria-Ungheria dalla sottomissione alla Germania e di intraprendere una politica balcanica dinamica. Un primo passo fu la sua proposta di costruire una ferrovia attraverso il Sangiaccato di Novi Pazar; ma l'opposizione congiunta russo-serba costrinse Aehrenthal ad abbandonare il progetto convincendolo che qualsiasi avanzata austriaca nei Balcani avrebbe dato luogo probabilmente a una guerra con la Serbia e forse anche con la Russia. Il rischio di un conflitto del genere crebbe in breve tempo. Nel luglio 1908, dopo un colpo di mano, il movimento dei Giovani Turchi avviò la riforma costituzionale dell'impero Ottomano. Temendo che il cambiamento potesse minare le posizioni asburgiche in Bosnia ed Erzegovina, nominalmente ancora sotto sovranità ottomana, Aehrenthal tentò di rafforzare la posizione Austro-ungarica nella penisola balcanica.

Nel settembre 1908 Aehrenthal si incontrò col ministro degli esteri russo Aleksandr Petrovič Izvol'skij ottenendo l'approvazione russa all'annessione della Bosnia ed Erzegovina in cambio dell'appoggio austriaco al passaggio di navi da guerra russe negli «Stretti» (Dardanelli, Mar di Marmara e Bosforo). Pertanto quando il 6 ottobre 1908 fu annunciata l'annessione della Bosnia-Erzegovina da parte della Duplice monarchia, vi furono reazioni violente da parte della sola Serbia. Quando tuttavia il ministro russo Izvol'skij scoprì che Gran Bretagna e Francia si opponevano al passaggio delle navi russe attraverso gli Stretti, la Russia ritirò l'appoggio provvisorio all'annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina, appoggiando le rivendicazioni della Serbia. La situazione divenne seria, e per qualche tempo una guerra sembrò imminente. Nonostante le pressioni del capo di Stato Maggiore austriaco von Hötzendorf, fautore della guerra preventiva, affinché l'Austria-Ungheria decidesse per una politica aggressiva, Aehrenthal cercò di risolvere la crisi per via diplomatica. La Serbia dovette venire a patti con la monarchia asburgica, dopo che un ultimatum tedesco (marzo 1909) aveva costretto la Russia a ritirarne l'appoggio, e dopo che il governo turco aveva accettato l'annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina in cambio di un compenso in danaro. La crisi bosniaca fu risolta; ma i Serbi, profondamente feriti nell'orgoglio nazionale, continuarono a fomentare agitazioni nelle province slave meridionali.

L'annessione della Bosnia-Erzegovina ebbe ripercussioni anche nei rapporti fra l'Austria-Ungheria e le altre nazionalità slave nel regno. Da molti anni i cechi era attratti dal movimento panslavo, tanto che un congresso pan-slavo si era tenuto a Praga nel luglio 1908. Durante la crisi diplomatica dell'inverno seguente, i cechi presero senza esitazioni le parti dei serbi e, il giorno del 60º anniversario dell'ascesa di Francesco Giuseppe al trono, a Praga dovette essere dichiarata la legge marziale. Il conflitto nazionale si riversò sulla monarchia: le attività parlamentari furono tutte bloccate dall'ostruzionismo dei parlamentari cechi. Il primo ministro austriaco Beck si dimise nel novembre 1908; il suo successore, Richard von Bienerth-Schmerling, dopo aver concluso poco con un gabinetto di ministri civili, tentò di placare le nazionalità inserendo nel suo gabinetto dei Landsmannminister (rappresentanti nazionali) (febbraio 1909). Ma l'ostruzionismo dei parlamentari slavi nel Reichsrat, il parlamento austriaco continuò. I tedeschi, che controllavano il governo e l'amministrazione centrale, continuavano ad assegnare alla monarchia il ruolo di avamposto della cultura tedesca; parallelamente gli slavi volevano fare dell'Austria il punto di partenza per le aspirazioni nazionali slave. Il leader agrario ceco František Udržal affermò in parlamento: "Noi desideriamo salvare il parlamento austriaco dalla rovina assoluta, ma desideriamo salvarlo a pro degli slavi di Austria che formano i due terzi della popolazione del regno". Le aspirazioni slave furono tuttavia indebolite dall'atteggiamento dei Polacchi che rimasero fedeli al governo centrale relegando il conflitto delle nazionalità a una disputa ceco-tedesca.

Anche il Partito Socialdemocratico d'Austria non riuscì a controllare gli antagonismi fra le diverse nazionalità al suo interno. Nel 1899, al congresso del Partito a Brünn i Socialdemocratici avevano presentato un programma di riforma nazionale basato su federalismo democratico che accordava il diritto delle decisioni nazionali a unità territoriali formate in base alla nazionalità. Karl Renner e Otto Bauer, che più tardi divennero leader del socialismo austro-tedesco, abbozzarono vari programmi per la soluzione del problema delle nazionalità in alcuni libri pubblicati tra il 1900 e il 1910. Ma questi sforzi non riuscirono a impedire ai socialisti di dividersi anche lungo linee nazionali, tanto che nel 1910 i socialisti cechi si dichiararono indipendenti dal Partito Socialdemocratico d'Austria. Il frazionamento politico (oltre 50 partiti nelle elezioni del 1911) impedì a Bienerth, primo ministro d'Austria dal 1908, di formare un governo per cui il 28 giugno 1911 fu sostituito da Gautsch; ma anche costui non riuscì a comporre le divergenze fra tedeschi e cechi e poco dopo (3 novembre 1911) passò la mano a Stürgkh. Stürgkh poté tirare avanti solo a forza di decreti, governando in modo autoritario, limitando la democrazia e la libertà di stampa, finché non venne assassinato durante la I guerra mondiale.

Composizione etnica della popolazione nell'Impero austro-ungarico in base al censimento del 1910

Fin dalla crisi bosniaca (1908-1909) la diplomazia austriaca si era convinta che la guerra con la Serbia sarebbe stata inevitabile in tempi brevi. La morte di Aehrenthal, l'autorevole ministro che era stato in grado di tenere a bada chi propugnava la guerra preventiva contro la Serbia, avvenne in un periodo (febbraio 1912) in cui negli stati balcanici erano vivi sentimenti anti-turchi nati con la guerra italo-turca in Libia. Il conte Berchtold, che gli subentrò, fu remissivo alla politica aggressiva dei militari e dei membri più giovani della diplomazia. Durante le guerre balcaniche del 1912-13, combattute dagli stati balcanici contro quanto restava dell'Impero ottomano, l'Austria-Ungheria tentò per due volte, con la minaccia di un ultimatum, di costringere la Serbia a ritirarsi dalle posizioni conquistate. Nel febbraio e nell'ottobre 1913 furono prese in considerazione azioni militari contro la Serbia, ma entrambe le volte né l'Italia né Germania furono disposte ad appoggiarla. L'Austria-Ungheria dovette perciò accettare senza protestare i cambiamenti territoriali che cancellavano quasi completamente la presenza turca in Europa. Per aver sostenuto la Bulgaria contro la Serbia nel corso della seconda guerra balcanica (1913), l'Austria-Ungheria guastò i rapporti anche con la Romania, che aveva peraltro mostrato sentimenti anti-asburgici a causa del trattamento delle nazionalità non-magiare in Ungheria. La Romania si unì così all'Italia e alla Serbia fra le nazioni che sostenevano i movimenti irredentistici all'interno della monarchia asburgica. Nel 1914 il governo austro-ungarico si era ormai convinto che l'integrità dell'impero richiedesse un'azione di forza contro i paesi stranieri che mostravano simpatie per l'irredentismo.

1914-1916[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1914 in seguito l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, a Sarajevo, esplose la prima guerra mondiale, dovuta ad un complesso sistema di alleanze tra gli stati europei, che vide schierati da una parte le Potenze centrali (Austria-Ungheria, Germania, Impero ottomano e Regno di Bulgaria), dall'altra quelle occidentali (Francia, Regno Unito e Italia) e la Russia.

Gli eserciti degli Imperi centrali, austro-ungarico e tedesco, riportarono numerosi successi iniziali sui due fronti principali del conflitto, quello occidentale contro Francia e Inghilterra e quello orientale contro la Russia, ma ad Ovest quella che sarebbe dovuta essere una guerra lampo, si trasformò in una logorante guerra di trincea; l'ingresso in Guerra dell'Italia aggravò ulteriormente la posizione Austroungarica, ma la fine della minaccia russa dopo la caduta della Romania e gli sconvolgimenti prerivoluzionari consentirono a Germania e Austria-Ungheria di concentrare ingenti rinforzi sul fronte italiano e sfondare il fronte presso Caporetto iniziando un'offensiva che avrebbe potuto essere decisiva, ma fu vanificata dalle crisi interne dell'impero che minarono l'esercito imperial-regio. Nel 1916 morì Francesco Giuseppe, a questi succedette Carlo I.

1916-1919[modifica | modifica wikitesto]

Gli eserciti degli Imperi centrali furono così lungamente bloccati entro i propri confini dagli alleati, e Gran Bretagna e Italia imposero anche un efficace blocco navale. L'impossibilità di rompere questo accerchiamento provocò gravi problemi nell'approvvigionamento e la penuria di cibo e materie prime cominciò a farsi sentire al fronte e fra i civili. Ancora prima che le sconfitte militari decidessero il conflitto le spinte centrifughe delle diverse etnie (nell'impero Austroungarico) e il conflitto sociale fra le classi (in Germania) fecero scoppiare in entrambi i paesi tensioni che pregiudicarono lo sforzo bellico e nell'Impero austro-ungarico si trasformarono in vere e proprie rivolte; infatti le numerose nazionalità comprese nell'impero scelsero di proclamare la propria indipendenza.

Queste rivolte e la sconfitta di Vittorio Veneto obbligarono l'Austria a firmare l'armistizio nel 1918, che però non riuscì a risolvere i problemi interni del paese. Carlo I fu costretto così, il 23-24 marzo 1919, all'esilio, e i domini asburgici furono definitivamente divisi in repubbliche indipendenti. Il 3 aprile 1919, il governo repubblicano austriaco, costituitosi il 12 novembre 1918, sciolse il governo imperiale austriaco (che peraltro non era più funzionante), depose ufficialmente Carlo I dal trono austriaco e decretò l'espulsione della famiglia Asburgo dall'Austria, confiscandone tutti i beni.

L'impero austro-ungarico si dissolse tra il 1918 e il 1919, in seguito alla fine della prima guerra mondiale. I suoi sovrani furono: l'imperatore Francesco Giuseppe I di Asburgo-Lorena (dal 1867 al 1916) e l'imperatrice Elisabetta (dal 1867 al 1898), in seguito l'imperatore Carlo e l'imperatrice Zita (dal 1916 al 1919).

Attualmente, i territori che appartenevano all'Impero fanno parte di tredici stati europei:

Le terre dell'impero[modifica | modifica wikitesto]

Austria-Ungheria nel 1914: In arancione, rosa e tan la Cisleitania; in blu e azzurro la Transleitania; in verde la Bosnia ed Erzegovina

In molti testi le terre non facenti parte del Regno d'Ungheria (quindi, quelle "austriache") sono designate con il nome di Cisleitania, poiché, dal punto di vista degli austriaci, esse stavano ad ovest del fiume Leitha (malgrado la Galizia a nord-est fosse considerata "austriaca"). Tuttavia, questa entità fino al 1915 non ebbe un nome ufficiale e per questo motivo, ci riferiva ad essa come "i regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale" (il concilio imperiale (Reichsrat) costituiva perciò il parlamento della Cisleitania.) Allo stesso modo anche la metà Transleitania ("Ungarica") portava la designazione ufficiale di "Terre della Sacra Corona Ungherese di Santo Stefano", con riferimento al primo re cristiano dell'Ungheria. Col parlamento, rappresentante la Cisleitania e la connessione con le Terre della Sacra Corona di Santo Stefano, ci si trovava di fronte in pratica al primo Parlamento Federale Europeo, con un solo precedente nel vecchio Impero Austriaco.[senza fonte]

I "Regni e le Terre" della metà Cisleitana dell'impero:

Le "Terre" della metà Transleitana:

  • 18. La città di Fiume.

19. Bosnia ed Erzegovina (formavano una parte separata dell'Impero, amministrata dal ministero comune delle finanze)

La distribuzione delle diverse nazionalità nell'impero austro-ungarico in base al censimento del 1910

Etnie dell'Austria Ungheria[modifica | modifica wikitesto]

Composizione etnica
(cens.1910)[5]
Tedeschi 23,9%
Ungheresi 20,2%
Cechi 12,6%
Polacchi 10,0%
Ruteni [Ucraini] 7,9%
Rumeni 6,4%
Croati 5,3%
Slovacchi 3,8%
Serbi 3,8%
Sloveni 2,6%
Italiani 2,0%
Serbocroati in Bosnia 1,2%

Nome dell'impero nelle lingue ufficiali:

  • tedesco: Österreich-Ungarn
  • ungherese: Osztrák–Magyar Monarchia
  • ceco: Rakousko-Uhersko
  • croato: Austro-Ugarska
  • italiano: Austria-Ungheria
  • polacco: Austro-Węgry
  • romeno: Austro-Ungaria
  • serbo: Аустро-Угарска
  • slovacco: Rakúsko-Uhorsko
  • sloveno: Avstro-Ogrska
  • ucraino: Австро-Угорщина
Venti corone dell' Austria Ungheria

Religioni nell'Impero nel 1910[modifica | modifica wikitesto]

Religione/Confessione Austria-Ungheria Austria Ungheria BosniaErzegovina
Cattolici 76,6% 90,9% 61,8% 22,9%
Protestanti 8,9% 2,1% 19,0% 0%
Ortodossi 8,7% 2,3% 14,3% 43,5%
Ebrei 4,4% 4,7% 4,9% 0,6%
Musulmani 1,3% 0% 0% 32,7%

Fonte: Censimento 31 dicembre 1910, pubblicato sul: Geographischer Atlas zur Vaterlandskunde an der österreichischen Mittelschulen. K. u. k. Hof-Kartographische Anstalt G. Freytag & Berndt, Vienna, 1911.

Forze armate austro-ungariche[modifica | modifica wikitesto]

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi Esercito austro-ungarico, k.u.k. Kriegsmarine e K.u.k. Luftfahrtruppen.

Durante la Prima guerra mondiale l'Esercito austro-ungarico raggiunse quasi 8.000.000 di unità e combatté lungo il fronte occidentale e orientale contro l'Italia e la Serbia e la Russia. Erano formate da tre organi principali:

  • Esercito regolare o comune, reclutato indifferentemente su tutto il territorio imperiale.
  • Landwehr la milizia territoriale austriaca, e Honved quella ungherese, composte ciascuna da reclute e quadri etnicamente più omogenei delle rispettive aree governative.
  • Riserva territoriale austriaca e ungherese, composte da personale anziano e non adatto al servizio ordinario.

Come guardia di palazzo, reparto cerimoniale addetto al sovrano, a Vienna esisteva la cosiddetta Guardia Imperiale o Kaiserlichegarde divisa in varie compagnie tradizionali mentre a Budapest vi era un'analoga guardia reale ungherese. Ambedue i reparti erano composti esclusivamente da ufficiali di lignaggio e non avevano funzioni militari.

La difesa della Contea Principesca del Tirolo, che confinava col Regno d'Italia, era garantita dai cosiddetti Schützen o Standschützen.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il suo nome diventava Carlo IV quando era preso in considerazione come Apostolico Re d'Ungheria.
  2. ^ Letteralmente "presidente dei ministri", in italiano significa "primo ministro".
  3. ^ Dopo la Grande Guerra in Ungheria fu ristabilita la monarchia: Carlo I tentò di farsi restaurare al trono ungherese (come Carlo IV), ma ciò fu impedito dalle forze dell'Intesa. La monarchia sarà poi abolita nel 1946.
  4. ^ Asburgo o Absburgo - Sapere.it
  5. ^ Robert A. Kann, The multinational empire vol.II, New York 1950, pag.305 citato da: Storia Universale Feltrinelli Vol.XXVIII, Wolfgang J. Mommsen L'Età dell'imperialismo, Europa 1885-1918, pag.153, Giangiacomo Feltrinelli Editore, Milano 1970 (Ed. orig. Fischer Weltgeschichte 28: Wolfgang J. Mommsen Das Zeitalter des imperialismus, Fischer Bücherei GmbH, Frankfurt am Main 1969, traduz. dal tedesco di Heidi Ascheri.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Edward Crankshaw, Il tramonto di un impero. La fine degli Asburgo. Milano: Mursia, 1992. ISBN 88-425-1251-6
  • Ferdinando Citterio - Luciano Vaccaro (a cura di), Storia religiosa dell'Austria. Milano: Centro ambrosiano, 1997. ISBN 88-8025-119-8
  • François Fejtő, Requiem per un impero defunto. La dissoluzione del mondo austro-ungarico. Milano: Mondadori, 1991. ISBN 88-04-47288-X
  • Giuseppe Galasso, Austria e Asburgo nella storia dell'Europa moderna: appunti delle lezioni del corso di storia moderna. Napoli: Libreria scientifica editrice, 1968.
  • Johann Rainer, Storia e vita culturale in Austria. III ed. riveduta e ampliata. Roma: Bulzoni, 1987
  • Stephan Vajda, Felix Austria. Trad. italiana: Storia dell'Austria: mille anni fra Est e Ovest, Trad. di Lydia Magliano, Simona Vigezzi. Milano: Bompiani, 2002.

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