1852, Francia (2ª Repubblica), Luigi Napoleone (Presidente). Moneta d'argento da 5 franchi.
Anno di coniazione: 1852 Luogo di coniatura: Parigi (A) Valore nominale: 5 franchi Riferimenti: KM- 773.1 (Y13.1) Materiale: Argento (.900) Peso: 24,49 g Diametro: 37 mm
Dritto: Busto di Luigi Napoleone Bonaparte a sinistra. Firma dell'incisore ("BARRE") in basso. Legenda: LOUIS-NAPOLEON BONAPARTE / BARRE Rovescio: Denominazione (5 FRANCHI) e data (1852) all'interno della corona. Iniziale nuova (A) sotto. Legenda: REPUBLIQUE FRANCAISE. / UN
La Seconda Repubblica francese (o semplicemente Seconda Repubblica) fu il governo repubblicano della Francia tra la Rivoluzione del 1848 e il colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte che diede inizio al Secondo Impero. Ha adottato ufficialmente il motto Liberte, Egalite, Fraternite. La Seconda Repubblica fu testimone della tensione tra la "Repubblica Sociale e Democratica" (francese: la Republique democratique et sociale) e una forma liberale di Repubblica, che esplose durante la Rivolta delle Giornate di giugno del 1848.
Napoleone III, noto anche come Louis-Napoleon Bonaparte (nome completo Charles Louis Napoleon Bonaparte) (20 aprile 1808 – 9 gennaio 1873) è stato il primo presidente della Repubblica francese e l'unico imperatore del Secondo Impero francese. Detiene il insolita distinzione di essere sia il primo presidente titolare che l'ultimo monarca di Francia.
Il presidente si era solo unito al grido di Montalembert di "Abbasso i repubblicani!" nella speranza di effettuare una revisione della costituzione senza ricorrere a un colpo di stato. Le sue concessioni non fecero altro che aumentare l'audacia dei monarchici, mentre questi avevano accettato Luigi Napoleone come presidente solo in opposizione alla Repubblica e come passo in direzione della monarchia. Il conflitto era ormai inevitabile tra la sua politica personale e la maggioranza della Camera, divisa peraltro in legittimisti e orleanisti, nonostante la morte di Luigi Filippo nell'agosto 1850.
Luigi Napoleone sfruttò i loro progetti di restaurazione della monarchia, che sapeva essere impopolare nel paese, e che gli diede l'opportunità di portare avanti le proprie ambizioni personali. Dall'8 agosto al 12 novembre 1850 viaggiò per la Francia esponendo la necessità di una revisione della costituzione in discorsi che variarono a seconda dei luoghi; tenne rassegne, alle quali gridava "Vive Napoleon!" ha mostrato che l'esercito era con lui; sostituì il generale Changarnier, sulle cui armi contava il parlamento per il progettato colpo di stato monarchico; sostituì il suo ministero orleanista con uomini oscuri devoti alla sua causa, come Morny, Fleury e Persigny, e raccolse attorno a sé ufficiali dell'esercito africano, uomini distrutti come il generale Saint-Arnaud; infatti dichiarò praticamente guerra aperta.
La sua risposta ai voti di censura dell'Assemblea e al rifiuto di questi di iscrivere la sua lista civica fu di alludere ad un vasto complotto comunista per spaventare la borghesia e di denunciare la legge elettorale del 31 maggio 1850, per ottenere il sostegno della massa popolare. L'Assemblea ha reagito respingendo la proposta di riforma parziale di quell'articolo della Costituzione che vietava la rielezione del presidente e il ripristino del suffragio universale (luglio). Ogni speranza di una questione pacifica era finita. Quando i questori chiesero alla Camera di affiggere in tutte le caserme il decreto del 6 maggio 1848 relativo al diritto dell'Assemblea di esigere l'appoggio delle truppe in caso di attacco, la Montagna, temendo una restaurazione della monarchia, votò con i bonapartisti contro il provvedimento, disarmando così il potere legislativo.
Luigi Napoleone colse l'occasione e organizzò il colpo di stato francese del 1851. Nella notte tra l'1 e il 2 dicembre 1851, anniversario dell'incoronazione del suo illustre zio Napoleone I, sciolse la Camera, ristabilì il suffragio universale, fece arrestarono tutti i dirigenti del partito e convocarono una nuova assemblea per prolungare di dieci anni il suo mandato.I deputati che si erano riuniti sotto Berryer nella Mairie del 10° arrondissement per difendere la costituzione e proclamare la deposizione di Luigi Napoleone furono dispersi dal truppe a Mazas e a Mont Valerien. La resistenza organizzata dai repubblicani in seno a Parigi sotto Victor Hugo fu presto domata dai soldati ubriachi. La resistenza più seria nei dipartimenti fu schiacciata con la dichiarazione dello stato d'assedio e con le "commissioni miste". plebiscito del 20 dicembre, ratificò a stragrande maggioranza il colpo di stato a favore del principe-presidente, il quale solo raccolse i benefici degli eccessi dei repubblicani e delle passioni reazionarie dei monarchici.