1848, Repubblica di Venezia (Governo Provvisorio). Grande corona in argento da 5 lire. Luogo di zecca: Venezia Taglio: 5 Lire Tiratura: 11.000 pz. Riferimento: Davenport 208, Pagani 177, KM-186. Materiale: argento (.900) Peso: 24,85 g Diametro: 38 mm
Dritto: Leone alato e nimbato di San Marco a sinistra, con in mano un libro con i vangeli. Iscrizione del libro: PAX TIBI MAR/CE EVAN GELI/STA MEVS ("La pace sia con te, Marco, mio evangelista!") Legenda: REPUBLICA VENETA * 22 MARZO 1848 * Rovescio: Denominazione (5 LIRE) all'interno della corona. Iniziale nuova (V) sotto. Legenda: UNIONE ITALIANA / V
Nel 1814 il viceré Eugenio, per salvare la Lombardia, retrocesse il Veneto all'Austria. La notizia della Rivoluzione di Vienna e dell'Insurrezione Milanese, nel 1848, trovò pronta eco a Venezia, dove la guarnigione austriaca, esclusa quella italiana, ripartì dopo aver capitolato pacificamente. A capo del governo provvisorio fu Daniele Manin, che accettarono le città della terraferma; subito dopo aderirono all'unione con il Piemonte sotto Carlo Alberto, come già aveva fatto Venezia, e in pochi giorni arrivò la notizia della cessazione delle ostilità tra Piemonte e Austria. Fu quindi ristabilita la repubblica veneta (11 agosto 1848). Il generale napoletano Guglielmo Pepe comandava le truppe veneziane contro gli austriaci venuti a riprendere la città. Fu assediato in ottobre; il 24 agosto 1849, dopo un bombardamento di ventiquattro giorni, si arrese. Nel 1866 l'Austria cedette Venezia a Napoleone III, che la donò al Regno d'Italia.
Iscrizione sul bordo: * DIO BENEDITE L'ITALIA "Dio benedica l'Italia!"
Il Leone di San Marco, rappresentante l'evangelista San Marco, raffigurato sotto forma di leone alato, è il simbolo della città di Venezia e anticamente della Repubblica di Venezia.
La tradizione veneziana afferma che mentre San Marco stava viaggiando attraverso l'Europa, arrivò in una laguna di Venezia, dove gli apparve un angelo e gli disse: "Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum". (Che la pace sia con te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo.) Questa tradizione (forse apocrifa) fu usata come giustificazione da Rustico da Torcello e Bon da Malamocco nell'828 per aver rubato le spoglie di San Marco dalla sua tomba ad Alessandria, e trasferendoli a Venezia, dove furono infine sepolti nella Basilica di San Marco.