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Rhodesia (1965 - 1979) |
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Rhodesia (1965 - 1979)from the Wikipedia | Read original article |
Rhodesia | |||||
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Motto: Sit Nomine Digna | |||||
Dati amministrativi | |||||
Nome completo | Republic of Rhodesia | ||||
Lingue ufficiali | inglese | ||||
Lingue parlate | |||||
Inno | Rise O Voices of Rhodesia | ||||
Capitale | Salisbury (ora Harare) | ||||
Dipendente da | Gran Bretagna | ||||
Politica | |||||
Forma di Stato | repubblica | ||||
Forma di governo | |||||
Nascita | 1965 con Ian Smith | ||||
Causa | Dichiarazione unilaterale di indipendenza (UDI) | ||||
Fine | 1979 con Ian Smith | ||||
Causa | Nascita dello Zimbabwe Rhodesia | ||||
Territorio e popolazione | |||||
Bacino geografico | Africa del Sud | ||||
Massima estensione | 390,580 km² nel | ||||
Popolazione | 5.400.000 (di cui 290.000 bianchi ) nel 1978 | ||||
Economia | |||||
Valuta | Dollaro rhodesiano | ||||
Evoluzione storica | |||||
Preceduto da | Rhodesia Meridionale | ||||
Succeduto da | Zimbabwe Rhodesia |
Rhodesia (o Rodesia) è il nome con cui venne chiamata, dopo il 1965, la colonia britannica della Rhodesia Meridionale (l'attuale Zimbabwe).
Nota dal 1898 come Rhodesia Meridionale (prese il nome da Cecil Rhodes), diventò colonia britannica a sé stante nel 1923; qui la popolazione bianca, in grandissima parte di origine britannica, acquisì il potere economico e politico, che mantenne anche quando nel 1964 il Nyasaland e la Rhodesia Settentrionale divennero indipendenti (come Malawi e Zambia).
Il governo inglese, nella persona del primo ministro Harold Wilson, aveva proclamato che non intendeva concedere l'indipendenza alle colonie governate da una forte minoranza bianca, a meno che non venisse introdotta una costituzione democratica invece che meritocratica e segregazionista. A tale politica si oppose il partito del Fronte Rhodesiano, comandato da Ian Smith. Nel 1965 le negoziazioni tra il governo coloniale e il Regno Unito collassarono: Smith proclamò l'indipendenza dal governo britannico l'11 novembre 1965, con la celebre UDI (Unilateral Declaration of Independence), inviando un telegramma al primo ministro britannico Wilson, nel quale ricordava l'importante contributo della Rhodesia all'Inghilterra durante la prima e la seconda guerra mondiale. L'Alto Commissario Britannico di stanza a Salisbury, John Baines Johnston, svuotò l'archivio dell'Alta Commissione di tutti i documenti importanti e abbandonò la Rhodesia. Smith ordinò tuttavia di non danneggiare in alcun modo il palazzo dell'Alta Commissione, con notevole sorpresa da parte di Johnston.
La comunità internazionale condannò uniformemente la UDI. Il giorno successivo alla dichiarazione d'indipendenza unilaterale, nel 1965, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite promulgò la risoluzione S/RES/216, con la quale invitava tutti gli Stati a non riconoscere la Rhodesia e a non fornirle alcun tipo di assistenza. Il Consiglio di Sicurezza impose anche diverse sanzioni economiche, che proibivano varie forme di commercio e trattative finanziarie; esse perdurarono dal 1965 sino al 1979, quando il dominio britannico fu ristabilito. Tuttavia, non tutti i membri dell'ONU aderirono alle sanzioni. Sudafrica, Portogallo (che tuttavia interruppe bruscamente le relazioni a causa del cambio di governo durante la Rivoluzione dei Garofani del 1974), Israele, Iran e altre nazioni arabe aiutarono la Rhodesia in via non ufficiale. Gli Stati Uniti, grazie all'Emendamento Byrd del 1971, concessero l'importazione di cromo, ferro-cromo e nichel dalla Rhodesia.[1] La Rhodesia riuscì così a sfuggire temporaneamente alle sanzioni, ma esse scoraggiarono fortemente gli investimenti esterni.[2]
Nel 1968 fu dichiarata ufficialmente la repubblica, ma ciò non migliorò le relazioni con la maggior parte degli Stati. Negli anni '70 ebbe luogo la sanguinosa guerriglia da parte dei militanti marxisti dello ZANU (dell'attuale presidente Robert Mugabe) e dello ZAPU, sovvenzionati dall'URSS, contro la quale si schierarono forze regolari dell'esercito rhodesiano, tra cui alcuni reparti di forze speciali all'epoca famosi (RLI, Rhodesian SAS, Selous Scout).
Gli anni della guerriglia terminarono nel 1979 con il successo delle forze marxiste; ciò fu dovuto principalmente alla mediazione del Regno Unito, che si schierò dalla parte di Mugabe e guidò la nazione ad un governo di transizione, denominato Zimbabwe Rhodesia, che portò infine ad un governo non-separatista e alla definitiva ridenominazione dello stato in Zimbabwe, alla cui guida si pose, ininterrottamente dal 1980 ad oggi, lo ZANU di Robert Mugabe.
Capitale della Rhodesia era Salisbury, che oggi prende il nome di Harare.
Inno nazionale fu il quarto movimento della Nona Sinfonia di Beethoven con le seguenti parole: " Rise o voice of Rhodesia, God may we thy bounthy share; give us strenght to face all danger, and where challenge is, to dare.".