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Egitto (provincia romana) (30BC – 641) |
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Egitto (provincia romana) (30BC – 641)from the Wikipedia | Read original article |
Egitto | |||||
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Informazioni generali | |||||
Nome ufficiale | (LA) Aegyptus | ||||
Capoluogo | Alessandria d'Egitto 300.000 cittadini liberi oltre a schiavi; seconda città più popolosa dell'Impero romano abitanti (principato di Augusto) |
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Dipendente da | Impero romano, Impero bizantino | ||||
Amministrazione | |||||
Forma amministrativa | Provincia romana | ||||
Governatori | Governatori romani d'Egitto | ||||
Evoluzione storica | |||||
Inizio | 30 a.C. con Gaio Cornelio Gallo | ||||
Causa | fine della guerra civile romana | ||||
Fine | VII secolo | ||||
Causa | conquista araba | ||||
Cartografia | |||||
La provincia romana (in rosso cremisi) al tempo dell'imperatore Traiano |
L’Egitto fu una delle più importanti province dell'Impero romano a partire dal 30 a.C., quando fu acquisito da Ottaviano Augusto, dopo la morte di Cleopatra d'Egitto.[1]
Per approfondire, vedi province romane e Egitto (diocesi). |
Per approfondire, vedi Prefetto d'Egitto e governatori romani d'Egitto. |
Governata dal 29 a.C. da un prefetto dell'ordine equestre, il praefectus Alexandreae et Aegypti, munito di imperium delegato dal principe. All'inizio del IV secolo, l'Egitto divenne una diocesi e fu diviso in sei province, Aegyptus, Augustamnica, Heptanomis (poi Arcadia), Thebais, Alto-Egitto e Basso Egitto. Nel V secolo, poi, alla Diocesi (impero romano) d'Egitto si aggiunsero anche le province della Cirenaica, dal nome di Lybia Superior e Lybia Inferior.
Dopo la riforma il prefetto si occupò con incarichi civili solamente del Basso Egitto e del distretto del Fayum, mentre il resto del territorio fu affidato a un praeses. Il potere militare fu affidato al dux Aegypti et Thebaidos utrarumque Libyarum.
EVOLUZIONE DELL'EGITTO ROMANO | |||||||||
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prima della conquista romana |
( Cleopatra, ultima dei Tolomei) |
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dal 30 a.C. |
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con la riforma di Diocleziano |
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da Costantino I (324) a Teodosio I (395) |
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Per approfondire, vedi Storia dell'Egitto greco e romano e Prefetti d'Egitto. |
Augusto: denario[2] | |
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CAESAR COS VI, testa di Augusto verso destra; | AEGYPTO CAPTA, un coccodrillo con la bocca aperte verso destra. |
Argento, 3,83 g; coniato nel 29-27 a.C. |
La provincia romana dell'Egitto (titolo ufficiale latino: Alexandrea et Aegyptus), fu istituita nel 30 a.C. da Augusto, in seguito alla conquista del paese e alle morti di Cleopatra e Cesarione;[1] l'Egitto divenne parte dell'Impero romano, in qualità di provincia imperiale (fu anzi la prima provincia imperiale propriamente detta) governata da un prefetto scelto dall'Imperatore nell'ordine equestre: il praefectus Alexandreae et Aegypti.
Il principale interesse romano per l'Egitto era costituito dall'approvvigionamento di grano per la città di Roma.[1] L'amministrazione romana della provincia d'Egitto si stabilì ad Alessandria; Roma introdusse nuovi funzionari, nuove forme di tassazione, abolì i titoli di corte tolemaici e l'autonomia della capitale, che perse la sua Bulè; diverse e sostanziali furono le modifiche apportate al sistema tolemaico di governo, tanto che la storiografia più recente parla senza dubbio di Egitto Romano, distinto dall'Egitto Tolemaico. I Greci continuarono a lavorare nella maggior parte degli uffici amministrativi; come tutto l'Oriente ellenistico, greca rimase la lingua utilizzata nella provincia. Il latino, al contrario, si mantenne vivo in ambito militare. Anche la cultura e l'educazione rimasero greche durante il periodo romano. I Romani rispettarono le usanze e le credenze religiose egiziane, anche se venne introdotto il culto dell'Imperatore, al quale tuttavia non venne mai concesso (dai Romani) l'appellativo di Faraone.
Il primo prefetto d'Egitto, Gaio Cornelio Gallo, portò l'Alto Egitto sotto il controllo di Roma con un intervento militare e stabilì un protettorato sul distretto della frontiera meridionale, che era stata abbandonata dagli ultimi Tolomei. La narrazione di questa impresa è descritta nella famosa stele dell'isola di Philae. Il secondo prefetto, Elio Gallo, organizzò una spedizione non riuscita per conquistare l'Arabia: la costa egiziana del Mar Rosso non fu controllata dai Romani fino al regno di Claudio. Il terzo prefetto, Gaio Petronio, bonificò dei canali di irrigazione, dando il via a una ripresa dell'agricoltura.
Dal regno di Nerone in poi, l'Egitto conobbe un'era di prosperità che durò circa un secolo. Giuseppe Flavio racconta, che quando Vespasiano, durante la guerra civile venne acclamato imperatore dalle truppe coinvolte nella guerra contro i Giudei (giugno del 69), lo stesso si preoccupò di avere come suo alleato, l'Egitto.
« E poiché Gaio Licinio Muciano ed altri generali sollecitavano affinché [Vespasiano] esercitasse il potere come princeps, anche l'esercito lo incitava ad essere condotto a combattere qualunque rivale. Vespasiano, allora per prima cosa, rivolse la sua attenzione ad Alessandria, poiché sapeva che l'Egitto costituiva una delle regioni più importanti dell'impero per l'approvvigionamento del grano, credette che, assicuratosene il controllo, avrebbe costretto Vitellio ad arrendersi, poiché la popolazione di Roma avrebbe patito la fame. Mirava, inoltre, ad avere come sue alleate le due legioni presenti ad Alessandria, ed a fare di quella provincia un baluardo contro la cattiva sorte. » |
(Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, IV, 10.5.605-607.) |
I maggiori problemi incontrati riguardarono i conflitti religiosi sorti tra Greci ed Ebrei, in particolar modo ad Alessandria, che in seguito alla distruzione di Gerusalemme nel 70 divenne il centro mondiale della religione e della cultura ebraica. Sotto Traiano vi fu una rivolta ebraica, sfociata nella repressione degli Ebrei di Alessandria e nella perdita di tutti i loro privilegi, anche se in seguito vennero rapidamente ripristinati. Adriano, che visitò due volte l'Egitto, fondò Antinopoli in memoria del suo favorito Antinoo. Da allora in avanti furono eretti edifici in stile greco-romano in tutta la regione.
Sotto Marco Aurelio l'eccessiva tassazione condusse gli Egiziani a una rivolta (139), che fu repressa solo dopo alcuni anni di combattimento. Questa Guerra Bucolica causò gravi danni all'economia e segnò l'inizio del declino economico dell'Egitto. Avidio Cassio, che fu a capo delle armate romane nella guerra, si autoproclamò imperatore, e fu riconosciuto dagli eserciti di Siria ed Egitto. All'avvicinarsi di Marco Aurelio, comunque, fu deposto e ucciso, e la clemenza dell'imperatore restaurò la pace. Una rivolta simile scoppiò nel 193, quando Pescennio Nigro fu proclamato imperatore alla morte di Pertinace. L'imperatore Settimio Severo, nel 202, diede una costituzione ad Alessandria e alle capitali provinciali.
L'evento più rivoluzionario nella storia dell'Egitto romano fu l'introduzione del Cristianesimo nel II secolo. Dapprima esso fu vigorosamente osteggiato dalle autorità romane, che temevano le discordie religiose più di ogni altra cosa in un paese nel quale la religione aveva sempre goduto di una notevole importanza. Comunque la nuova religione fece presto seguaci tra gli Ebrei di Alessandria. Da questi passò rapidamente ai Greci, e in seguito si diffuse tra gli Egiziani dell'interno, senza che l'antica religione opponesse molta resistenza. Caracalla (211-217) concesse la cittadinanza romana anche ai Greci d'Egitto. Nel III secolo vi fu una serie di rivolte militari e civili. Sotto Decio, nel 250, i cristiani subirono le prime persecuzioni, ma la loro religione continuò a diffondersi. Durante il regno di Gallieno, il prefetto Mussio Emiliano si fece proclamare imperatore dall'esercito, finché il legato di Gallieno, Aurelio Teodoto, non lo sconfisse. Poco dopo Zenobia, regina di Palmira, invase e conquistò l'Egitto, ma nel 272 Aureliano pose fine alla rivolta contro Roma, come pure quella di Firmo. Due generali di stanza in Egitto, Marco Aurelio Probo e Domizio Domiziano, organizzarono con successo delle rivolte e furono proclamati imperatori. Diocleziano nel 296 sconfisse Domizio e riconquistò Alessandria. In seguito l'imperatore riorganizzò il paese, dividendolo in tre province, poi diventate quattro. L'editto di Diocleziano del 303 contro i cristiani fu l'inizio di una nuova era di persecuzione. Ma questo fu l'ultimo serio tentativo di frenare la crescita della religione cristiana in Egitto.
Per approfondire, vedi esercito romano e limes africano. |
Limes della provincia d'Egitto | |
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Localizzazione | |
Stato attuale | Egitto |
Informazioni generali | |
Tipo | strada militare romana affiancata da fortezze legionarie, forti e fortini ausiliari, burgi, ecc. |
Utilizzatore | Impero romano |
Inizio | Cirenaica |
Fine | Limes arabicus |
Funzione strategica | protezione frontiera meridionale dell'Impero romano |
Inizio costruzione | 30 a.C. |
Termine costruzione | VII secolo (Arabi) |
Condizione attuale | numerosi resti antichi rinvenuti in varie località. |
vedi bibliografia sotto |
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voci di architetture militari presenti su Wikipedia |
Essendo il prefetto di rango equestre, anche tutti gli ufficiali in Egitto erano del medesimo rango. Il praefectus legionis, il praefectus castrorum e anche gli stessi tribuni, solamente angusticlavi.
La forza militare complessiva dislocata nella provincia nilotica al tempo di Augusto era composta da tre legioni, nove coorti di fanteria ausiliaria e tre alae di cavalleria; ad informarci è un noto passo di Strabone, dal quale apprendiamo che le legioni erano stanziate rispettivamente a Nicopoli di Alessandria, a Babylon (presso l'odierno Cairo) e nella chora[3]. Il confine più meridionale provinciale del limes rimase posizionato a Primis e Pselcis, almeno fino a Diocleziano (o forse a Costantino I), quando quest'ultimo sembra abbia ritirato l'esercito attestandosi a Syene ed Elefantina e permettendo ai Nobati di occupare questi territori fertili attorno al Nilo, a condizione che difendessero questo tratto di limes dai Blemmi.[4] Questa è la descrizione generale delle frontiere che fa Giuseppe Flavio, al tempo di Vespasiano (nel 69):
« L'Egitto è di difficile accesso per via di terra, mentre sul mare è senza porti. Ad Occidente si trova protetto dai deserti dell'Africa; a sud, lungo la frontiera con l'Etiopia, troviamo Siene e le cateratte non navigabili del Nilo; al Oriente, troviamo il Mar Rosso, che giunge fino a Copto; a settentrione troviamo come barriere [i monti del Sinai] fino alla Siria ed il Mare Egizio, totalmente privo di porti. In questo modo l'Egitto risulta protetto da ogni parte. Il Nilo è navigabile fino alla città di Elefantina, oltre la quale ci sono le cateratte che bloccano chiunque a proseguire oltre. Il porto di Alessandria è poi difficilmente accessibile alle navi, anche in tempo di pace, perché presenta un ingresso stretto e tortuoso a causa di numerosi scogli poco sotto il livello del mare. » |
(Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, IV, 10.5.607-612.) |
Per approfondire, vedi Legione romana. |
Le legioni erano certamente la legio III Cyrenaica, la legio XXII Deiotariana e forse, ma non è certo la legio XII Fulminata. Forse ad opera dello stesso Augusto, certamente prima del 23, le legioni vennero portate a due (legio III Cyrenaica e la legio XXII Deiotariana). In vista della progettata spedizione in Etiopia di Nerone, venne ammassato in Egitto un cospicuo contingente, che comprendeva, oltre la due legioni citate, anche la legio XV Apollinaris e 2000 uomini di truppe ausiliarie libiche[5]; la XV legio prese poi parte al bellum Iudaicum e tornò in Egitto sino al 117 d.C. per essere poi trasferita, probabilmente, a Setala. La III Cyrenaica venne spostata nella nuova provincia di Arabia verso il 127; dal 119, invece, non si hanno più notizie della legio XXII Deioteriana: la spiegazione tradizionale la vuole distrutta o seriamente decimata nella campagna giudaica del 132-135, sebbene non vi siano prove certe di un coinvolgimento della legione negli avvenimenti della sommossa di Bar Koheba.[6] Almeno dal 128, se non prima, con lo stanziamento a Nicopoli della legio II Traiana Fortis, l’exercitus in Egitto si ridusse a una sola legio.[7]
La riduzione delle legioni non deve trarre in inganno: alla diminuzione di forze legionarie corrispose un aumento di forze ausiliarie. Se infatti reali pericoli esterni non ve ne furono, la situazione interna vide al contrario il progressivo aumento di tensioni sociali, dal brigantaggio nella chora, sino ad aperte ribellioni, come nel caso della rivolta giudaica del 115-117 o della sommossa dei Bukoloi nel 172.[8] Contrariamente a quanto avveniva nelle altre province con una sola legione, in cui il comandante era anche governatore, in Egitto già dall'età adrianea sussistettero distintamente la figura del governatore e quella del prefetto di legione.
Per approfondire, vedi Truppe ausiliarie dell'esercito romano, Elenco delle truppe ausiliarie romane e Notitia Dignitatum. |
Subito dopo la conquista dell'imperatore Augusto, furono installate soprattutto lungo i confini meridionali, ma anche ad Alessandria e nella penisola del Sinai 3 alae di cavalleria e 9 cohortes di fanteria nel 30-29 a.C., per un totale di 23.000 armati compresi i legionari. Sappiamo, infatti, da tutta una serie di iscrizioni epigrafiche che nella provincia c'erano:
Questa struttura amministrativo-militare rimase pressoché invariata almeno fino a Giustiniano I.
Per approfondire, vedi Classis Alexandrina. |
Con base ad Alessandria d'Egitto, la Classis Alexandrina controllava la parte orientale del mare Mediterraneo.[19] Venne formata da Augusto nel 30 a.C. e, per aver dimostrato il proprio appoggio ad Ottaviano nella guerra civile, ricevette il titolo di Augusta, divenendo così la Classis Augusta Alexandrina.
Per approfondire, vedi limes africano. |
A tal proposito qui sotto troverete alcune tabelle/legenda:
Per approfondire, vedi Augustamnica. |
Per approfondire, vedi Nabatei e Arabia (provincia romana). |
Forte/burgus lungo il limes |
località antica | località moderna | dal | al | Misure | Unità ausiliarie presenti in differenti periodi |
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Forte?[40] | Pelusium[40] | Tell Farama | Augusto[40] | Traiano[40] | ||
Forte?[40] | Arsinoe[40] | presso Suez | Augusto[40] | Traiano[40] | ||
Forte?[40] | Ostracine[40] | Augusto[40] | Traiano[40] | |||
Forte?[40] | Rhinocolara[40] | al-Arish[40] | Augusto[40] | Traiano[40] |
Per approfondire, vedi Tebaide (Egitto) e Geografia dell'Egitto#Deserto orientale. |
La strada che da Quena sul Nilo conduceva fino ad Abu Sha'ar, attraverso il sito di Mons Porphyrities (Wadi Umm Sidri) fu protetta da non meno di 125 postazioni militari (per lo più torri di avvistamento, ma anche fortini).[41]
Forte/burgus lungo il limes |
località antica | località moderna | dal | al | Misure | Unità ausiliarie presenti in differenti periodi |
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2 fortini[42] | El-Heita[42] | Augusto[42] | Tarda antichità? | |||
Fortino[43] | El-Saqquia[43] | Augusto?/Tiberio? | Tarda antichità? | 0,05 ha[43] | ||
Forte[44] | Deir al-Atrash[44] | Augusto?/Tiberio? | ad intervalli fino a VII secolo[44] |
0,30 ha[44] | ||
Fortino[45] | Qattar[45] | Augusto?/Tiberio? | Tarda antichità | 0,15 ha[45] | ||
Fortino[46] | Umm Balad[46] | Augusto?/Tiberio? | Tarda antichità[46] | |||
Fortino[47] | Badia[47] | Augusto?/Tiberio? | metà del IV secolo? |
0,165 ha[47] | ||
Fortino[48] | Wadi Belih[48] | Augusto?/Tiberio? | metà del IV secolo? |
0,07 ha[48] | 15-20 cavalieri o 30-35 fanti[48] |
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Forte[49] | Mons Porphyrities[49] | Wadi Umm Sidri | Tiberio[49] | metà del IV secolo?[50] |
0,38 ha[49] | Ala Vocontiorum[51] |
Forte[52] e porto[53] |
Abu Sha'ar[54][55] |
Augusto e ricostruito in 309/311[57] |
VII secolo[57] | 0,50 ha[52][53] |
Forte/burgus lungo il limes |
località antica | località moderna | dal | al | Misure | Unità ausiliarie presenti in differenti periodi |
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Forte[58] | Mons Claudianus[58][59] | Gebel Fatireh | Claudio o Domiziano?[60] |
metà del III secolo[58][61] | 0,52 ha[52][58] | vexill. legio XV Apollinaris[62] Coh.I Flavia Cilicum eq.[63] |
Forte | Samnah, Wadi | Augusto | VI secolo? | Coh.III Ituraeorum eq.[64] Coh.I Augusta praetoria Lusitanorum eq.[13] |
Lungo la strada che da Coptos conduceva a Leukos Limen/Myos Hormos furono disseminati oltre a una decina di Hydreuma (presidiati ciascuno, da un piccolo contingente ausiliario), anche da una sessantina di torri di avvistamento, utilizzate per lo più per segnalare l'arrivo di stock di merci pregiate dall'Oriente, tra la costa del Mar Rosso e i porti sul Nilo.[65] L'altra strada, lunga 370 km, che collegava Coptos/Thebae con Berenice, era anch'essa accompagnata da un'altra decina di Hydreuma e numerose torri di avvistamento.[66]
Vi era anche un'altra strada per raggiungere il Maro Rosso dal fiume Nilo. Si trattava di quella che congiungeva Apollonis Magna (Edfu) con l'attuale sito di Marsa Nakari (forse identificabile con l'antica Nechesia). Questa via permetteva di mettere in comunicazione le miniere d'oro di Barramiya con un porto fluviale e uno marittimo.[82]
Forte/burgus lungo il limes |
località antica | località moderna | dal | al | Misure | Unità ausiliarie presenti in differenti periodi |
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? | Apollinopolis Magna[82] | Edfu[82] | Augusto? | VI secolo? | ||
Hydreuma? | El-Kanais[82] | Augusto? | fino a tardo IV secolo[39] |
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Hydreuma (stazione fortificata per l'acqua)[66] |
Aristonis[66][82] | Wadi Gerf[66] | Augusto/Tiberio? | fino a tardo IV secolo[39] |
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Porto | Nechesia?[82] | Marsa Nakari[82] | Augusto? | fino a tardo IV secolo[39] |
Per approfondire, vedi Nubia e Dodecascheno. |
Il fronte meridionale fu il più difficile da controllare. Qui le popolazioni controllate dai romani erano: i Blemmi e i Megabari, che vivevano lungo la sponda orientale del Nilo ed erano soggetti ai Kushiti; i Trogoditi che vivevano sulle montagne lungo la costa del Mar Rosso; i Nobati (indipendenti dai Meroiti) e che vivevano sulla sponda occidentale del Nilo; e soprattutto i Kushiti dei regni di Napata e Meroë.[83]
Vi fu, infine, un ultimo limes da difendere. Si trattava di quello più occidentale, ad ovest del Nilo, costituito da tutta una serie di presidi, posti a guardia delle principali oasi lungo le più importanti vie carovaniere. Si trattava di forti, fortini, torri di avvistamento costruiti, a volte su preesistenti strutture di epoche anteriori a quella romana, come nelle: oasi di Dungul o Dunqul (la più meridionale), Kharga (Oasis Magna), Dakhleh, Farafra, Bahariya e di Siwa (la più settentrionale e occidentale della provincia in questione).[99][100]
Nell'Oasis Magna c'erano ad esempio postazioni militari romane dal tempo di Augusto (partendo da sud a nord) a El-Qasr, Dush (Kysis), Qasr el-Ghieta, el-Deir, Qasr el-Sumeria e Qasr el-Geb.[101]
Per approfondire, vedi Dimensione dell'esercito romano. |
Qui sotto trovate una tabella che riassume le forze presenti nella provincia dell'Egitto a partire dall'Imperatore Augusto agli Antonini:
Imperatori | Anni | Totale | Legionari | Ausiliari | di cui |
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Augusto[85] |
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3 legioni, 3 alae, 9 coorti |
Domiziano |
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2 legioni, 3 alae, 7 coorti |
Traiano |
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2 legioni, 3 alae, 9 coorti |
Antonino Pio |
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1 legioni, 4 alae, 12 coorti |
Marco Aurelio |
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1 legioni, 4 alae, 9 coorti |
Diocleziano[102] |
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88 unità di limitanei[102] |
Per approfondire, vedi Via Hadriana, Commercio romano con l'India e Relazioni diplomatiche sino-romane. |
La provincia in questione fu caratterizzata da importanti aree economico-commerciali come: la valle del fiume Nilo (esigua striscia di terra fertile, rispetto all'area circostante desertica) per le ricche coltivazioni cerealicole; alcuni punti d'approdo sul Mar Rosso (come ad es. Berenice), per il commercio con l'estremo Oriente (da cui si importavano spezie e prodotti di lusso) o l'Etiopia (con oro, avorio, elefanti[103] e bestie feroci per i giochi circensi a Roma e nelle province) e infine l'area montuosa del deserto orientale (il Gebel Dokhan), ricco di miniere d'oro (ad es. in zona Abu Zawal[104]), smeraldi, granito bianco pregiato del Mons Claudianus (da dove uscivano colonne alte fino a 20 metri[105] impiegate a Roma nel foro di Traiano, nel Pantheon[60] o nella Villa Adriana di Tivoli[106]) e porfido,[107] in particolare quello rosso del Mons Porphyrities (Wadi Umm Sidri), da dove furono prodotte colonne alte fino a 6-8 metri (ad es. quelle utilizzate nella Basilica di San Crisogono o nel Battistero di San Giovanni in Fonte).[108] Quest'ultima zona fu servita da due vie militari (la prima da Quena portava a Mons Claudianus e poi alla costa presso Abu Sha'ar; la seconda sempre da Quena conduceva ad Abu Sha'ar attraverso la località di Mons Porphyrities), oltre all'importante arteria stradale della Via Hadriana, che da Antinoopolis (Sheikh Ibada) conduceva alla costa del Mar Rosso presso Abu Sha'ar e poi costeggiando la costa orientale, si fermava presso il porto di Berenice. Vi era poi una strada che collegava Coptos con il Mar Rosso presso Quseir al-Qadim (forse l'antica Leukos Limen) e l'antica Myos Hormos;[109] un'altra che sempre da Coptos conduceva a Berenice;[109] e una terza che da Edfu conduceva anch'essa a Berenice sulla costa, con una diramazione a Marsa Nakari (l'antica Nechesia?).[109][110] Vale la pena ricordare che per i commerci con l'India, la Persia e la Cina, i principali porti del Mar Rosso utilizzati furono (da nord a sud): Clysma (collegato al Nilo con un canale fluviale, attivato nuovamente al tempo di Traiano[111]), Abu Sha'ar, Philoteras,[112] Leukos Limesn, Myos Hormos,[113] Nechesia e Berenice.[111]