Mustafa Kemal Atatürk (1881-1938)

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Mustafa Kemal Atatürk (1881-1938)from the Wikipedia
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Mustafa Kemal Atatürk
Ataturk.jpg

Presidente della Turchia
Durata mandato 20 ottobre 1923 –
10 novembre 1938
Primo ministro İsmet İnönü
Ali Fethi Okyar
Celâl Bayar
Predecessore -
Successore İsmet İnönü

Primo ministro della Turchia
Durata mandato 3 maggio 1920 –
24 gennaio 1921
Predecessore -
Successore Fevzi Çakmak

Presidente della Grande Assemblea Nazionale della Turchia
Durata mandato 24 aprile 1920 –
29 ottobre 1923
Predecessore -
Successore Ali Fethi Okyar

Leader del Partito Popolare Repubblicano
Durata mandato 9 settembre 1923 –
10 novembre 1938
Predecessore -
Successore İsmet İnönü

Dati generali
Partito politico Popolare Repubblicano
Firma Firma di Mustafa Kemal Atatürk

Mustafa Kemal Atatürk (IPA: [musˈtäfä ceˈmäl ätäˈtyɾc]) (Salonicco, 19 maggio 1881[1]Istanbul, 10 novembre 1938) è stato un militare e politico turco, fondatore e primo Presidente della Turchia (1923-1938). È considerato l'eroe nazionale turco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'infanzia e gli anni giovanili (1881 - 1905)[modifica | modifica wikitesto]

Mustafa Kemal nasce a Salonicco nel 1881 in una casa oggi diventata un museo. Il padre, Ali Rıza Efendi (presumibilmente nato nel 1839) si sposò con Zübeyde Hanım. Da questa coppia nacquero sei figli: Fatma (nata nel 1872, morta nel 1875), Ahmet (nato nel 1874, morto nel 1883), Ömer (nato nel 1875, morto nel 1883), Mustafa (Kemal Atatürk), Makbule (nata nel 1885, morta nel 1956) e Naciye (nata nel 1889, morta nel 1901). Fatma, Ahmet e Ömer morirono in tenera età a causa della difterite.

La sorella più piccola di Atatürk, Naciye, morì a dodici anni per tubercolosi.

Da sinistra a destra: Makbule (sorella di Mustafa), Zübeyde Hanım (madre) e Mustafa Kemal

La nascita di una repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Kemal Ataturk

"Giovane Turco" di media rilevanza prima della Grande Guerra, fu un brillante generale durante il primo conflitto mondiale; assieme al generale tedesco Liman von Sanders (La Germania era alleata dell'Impero ottomano), ottenne una schiacciante vittoria contro le forze da sbarco alleate durante la battaglia di Gallipoli, nella quale Kemal si distinse particolarmente.

Fu promotore della Grande Assemblea Nazionale di Ankara (1920). Sconfiggendo i greci (1919-22) e l'esercito del Califfo ristabilì l'unità e l'indipendenza della Turchia, quindi depose il sultano Maometto VI (1922), fondò la Repubblica (1923) e diede vita a una serie di riforme fondamentali dell'ordinamento della nazione, sulla base di un'ideologia di chiaro stampo occidentalista, nazionalista e avversa al clero musulmano, che da lui prese il nome di kemalismo. Abolì il califfato e pose le organizzazioni religiose sotto il controllo statale, laicizzò lo Stato, riconobbe la parità dei sessi, istituì il suffragio universale, la domenica come giorno festivo, proibì l'uso del velo islamico alle donne nei locali pubblici (legge abolita solo negli anni 2000, dal partito islamico al governo), adottò l'alfabeto latino, il calendario gregoriano, il sistema metrico decimale e proibì l'uso del Fez e del turbante, troppo legati al passato regime, così come la barba per i funzionari pubblici e i baffi alla turca per i militari. Egli stesso prese a vestire in abiti occidentali, ma mantenne temporaneamente l'Islam come religione di Stato, per non turbare eccessivamente i turchi più religiosi.

Il Primo Capitano dell'esercito ottomano Mustafa Kemal nel 1907

In ambito giuridico, abrogò ogni norma e pena che poteva ricollegarsi alla legge islamica, promulgò un nuovo codice civile che aveva come modello il codice civile svizzero[2], e un codice penale basato sul codice italiano dell'epoca, ma mantenne la pena di morte. Furono inoltre legalizzate le bevande alcoliche e depenalizzata l'omosessualità.

Al fine di garantire la stabilità e la sicurezza dello Stato, istituì tuttavia un sistema autoritario fondato sul partito unico, che sarebbe rimasto in vigore fino a dopo la sua morte. Inoltre, secondo la costituzione kemalista, a guardia della laicità contro i possibili tentativi dei movimenti islamici, venne posto l'esercito stesso, autorizzato a colpi di stato per difendere la secolarizzazione. Nonostante la Turchia fosse rimasta intrinsecamente conservatrice, soprattutto a livello popolare, le riforme di Mustafa Kemal la avvicinarono sensibilmente all'Europa. Si registrarono però fenomeni di repressione delle opposizioni e pesanti violenze contro i curdi.[3]

Cambiò il suo nome da Mustafa Kemal a Mustafa Pascià, poi Mustafa Kamal ed infine Kemal Atatürk.

Atatürk ("Padre dei Turchi") fu il cognome - assegnato esclusivamente a lui con apposito decreto - che nel 1934 il Parlamento della Repubblica, in base alla "Legge sul cognome", attribuì a Mustafa Kemal quando egli fece adottare regolari cognomi di famiglia, assenti nella tradizione turco-ottomana (tranne per le minoranze cristiane ed ebraiche), come era invece l'uso del mondo occidentale.

Il documento d'identità di Atatürk, con il cognome assegnatogli

La morte e l'eredità politica[modifica | modifica wikitesto]

« Il capo immortale e l'eroe senza rivali »
(Preambolo della Costituzione della Repubblica Turca.)
Atatürk, mentre era Comandante dell'esercito (1918).

Mustafa Kemal morì di cirrosi epatica nel 1938 nel Palazzo Dolmabahçe, situato sulla riva del Bosforo, nel quartiere Beşiktaş di Istanbul e le sue spoglie riposano nell'Anıtkabir, mausoleo appositamente costruito per lui ad Ankara, capitale dello Stato repubblicano che egli contribuì in modo decisivo a creare.

Quella che guidò è spesso citata come esempio di rivoluzione nazionalista che trasforma una monarchia in una repubblica. La sua politica estera è riassumibile per sommi capi in una frase da egli pronunciata: "pace in casa, pace nel mondo". Inoltre, benché fosse lontanissimo dall'ideologia marxista, e anzi sostenesse l'inesistenza della questione di classe, i rapporti tra Mustafa Kemal e Lenin furono improntati a grande rispetto, e anche in seguito il buon vicinato con l'URSS[4] fu tra i cardini della politica estera kemalista. Le ragioni di questa scelta diplomatica sono da rintracciare, più che in affinità politiche, nel sostegno che l'Unione Sovietica concesse a Kemal durante la guerra di liberazione dall'occupazione degli Alleati, che consisteva principalmente nella fornitura di oro e di armamenti, nonché esigui aiuti economici.

Atatürk nel 1930 circa

A succedergli fu il suo braccio destro İsmet İnönü. I rapporti tra i due si erano deteriorati, ma Atatürk non volle o non poté esprimere una chiara scelta alternativa e la burocrazia del partito-Stato, il CHP, vedeva in İnönü il suo massimo garante. Con İnönü la Turchia continua la strada marcata da Mustafa Kemal, prima con un'accentuazione degli aspetti autoritari, poi, conclusasi la seconda guerra mondiale, con il passaggio al multipartitismo.

Atatürk è tuttora oggetto in Turchia di una religione civile. L'insulto alla sua persona è un vero e proprio reato. Questo riformatore ha lasciato una profonda e controversa eredità. La sua opera può essere considerata paradigmatica del problematico rapporto tra l'universalismo della civiltà occidentale e le altrui culture. Samuel Huntington considera il kemalismo una ben precisa ed estrema visione del mondo, secondo la quale la completa occidentalizzazione di società intrinsecamente non occidentale è possibile, necessaria e in sé desiderabile. Hamit Bozarslan invece sottolinea l'aspetto autoritario della politica kemalista che giunge alla completa identificazione tra Stato e persona, lasciando alle generazioni successive la missione di preservare la nazione, quale entità immodificabile definita una volta per tutte.

Immagine celebrativa di Atatürk

A Kemal Atatürk sono dedicati, fra gli altri, il nuovo stadio olimpico di Istanbul e il principale aeroporto di Istanbul.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze turche[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di I classe dell'Ordine di Medjidié
Cavaliere di II classe dell'Ordine di Osmanie - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di II classe dell'Ordine di Osmanie
Cavaliere dell'Ordine di Murassa - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine di Murassa
Medaglia di Imtiaz in argento - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di Imtiaz in argento
Medaglia di Liyakat (2 volte) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia di Liyakat (2 volte)
Stella di Gallipoli - nastrino per uniforme ordinaria Stella di Gallipoli
Medaglia dell'indipendenza turca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia dell'indipendenza turca

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine di Sant'Alessandro - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine di Sant'Alessandro
Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore
Cavaliere della Croce di Ferro - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere della Croce di Ferro
Cavaliere di I classe dell'Ordine della Corona di Prussia - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di I classe dell'Ordine della Corona di Prussia
Cavaliere dell'Ordine di Aliyülala - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine di Aliyülala
Croce al merito militare di I classe - nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito militare di I classe
Medaglia d'oro al merito militare (Signum Laudis) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro al merito militare (Signum Laudis)

Galleria[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il giorno e il mese di nascita sono oggetto di controversie. La Repubblica di Turchia comunque indica come data ufficiale il 19 maggio, ma probabilmente il mese di nascita fu marzo, visto che la madre affermava che era freddo quando Mustafa nacque; Atatürk preferiva dire di sé di essere nato nel maggio 1880.
  2. ^ 80 anni di Codice civile svizzero in Turchia su www.swissinfo.ch. URL consultato il 2 ottobre 2014.
  3. ^ Ataturk, il fondatore della Turchia moderna. (archiviato dall'url originale il 5 Marzo 2013).
  4. ^ Non fu indifferente il fatto che l'Unione Sovietica sostenne, non solo a parole, la causa e le attività dei rivoluzionari turchi contro i greci nella guerra greco-turca del 1919-1922.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fabio L. Grassi, Atatürk. Il fondatore della Turchia Moderna, Roma, Casa Editrice Salerno, 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente della Turchia Successore Flag of Turkey.svg
- 20 ottobre 1923 - 10 novembre 1938 İsmet İnönü
Predecessore Primo ministro della Turchia Successore Flag of Turkey.svg
- 3 maggio 1920 - 24 gennaio 1921 Fevzi Çakmak
Controllo di autorità VIAF: 87758727 · LCCN: n80044800 · GND: 118650793 · BNF: cb12055367s (data)